giovedì 9 settembre 2021

Telegrammi da Venezia 2021 - #5

Quinto telegramma da Venezia: belle sorprese da Finlandia e Filippine, delusioni italiane, e peculiari film d'animazione giapponesi.


The Blind Man Who Did Not Want to See Titanic (Orizzonti), voto 8. Un film finlandese che parla di disabilità senza pietismo, ma anzi con grande ironia e lanciandosi anche su toni thriller. Fotografia splendida, sceneggiatura asciutta ed efficace, e splendida prova del protagonista.

White Building (Orizzonti), voto 5.5. Una famiglia riceve un'offerta per lasciare l'appartamento dove ha sempre vissuto, cadente ma molto centrale. La loro negoziazione procede in parallelo ai sogni di gloria del figlio, che aspira a diventare un celebre ballerino. Senza infamia e senza lode, il film non ha mai un guizzo, un momento ispirato che lo renda più che un discreto compitino.

America Latina (Concorso), voto 4. Dopo il successo alla Berlinale con Favolacce, i fratelli D'Innocenzo provano la strada del thriller psicologico. Il tentativo è ambizioso ma il risultato è un film inconcludente, con un colpo di scena poco sensato, mal giustificato e che arriva troppo tardi. Bella la fotografia, fastidiosa l'interpretazione del solitamente bravo Elio Germano, qui troppo sopra le righe.

Inu-Oh (Orizzonti), voto 6. Unico film d'animazione in concorso alla Mostra, racconta la storia di un grande innovatore del teatro Noh e delle leggende che ha contribuito a tramandare. Bella la scelta di rappresentare gli esponenti delle innovazioni Noh come veri e propri divi rock, sia musicalmente che visivamente, con coreografie che ricordano i concerti e i video di varie band, i Queen su tutti. L'animazione, inoltre, è di altissimo livello artistico. Il film, tuttavia, risulta un po' troppo ostico a chi non conosce a menadito la storia e le leggende del Giappone: peccato.

On the Job - The Missing 8 (Concorso), voto 7.5. Un film camaleontico, che ibrida vari generi - dall'indagine giornalistica al film d'azione, dal prison movie al noir - con grande creatività e inventiva e una colonna sonora strepitosa. Peccato per la durata eccessiva, ma merita la visione.

Life of Crime 1984-2020 (Fuori Concorso), voto 7.5. Un documentario che è un inno alla perseveranza, portato avanti per 36 anni seguendo tre amici tossicodipendenti nel loro continuo oscillare tra autodistruzione e tentativi di sopravvivenza e redenzione. Un film di forte impatto, che sottolinea l'importanza dei rapporti umani, con la droga che diventa quasi una persona in carne e ossa.

Simone

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