mercoledì 7 marzo 2012

A simple life

La forza della semplicità



Ah Tao è una domestica che ha servito per anni con devozione la stessa famiglia. A causa dell'età è costretta a lasciare il lavoro e, per non essere di peso a nessuno, decide di andare a vivere in una casa di riposo. Roger, il membro più giovane della famiglia per cui lavorava Ah Tao, non dimentica però la donna che lo ha cresciuto con l'affetto di una madre, e comincia così a prendersi cura di lei.

A simple life è uno di quei film che entrano nel cuore già dopo pochi minuti grazie alla loro sincerità. Nessun artificio retorico, nessuna "caccia alla lacrima": la storia di Ah Tao e di Roger viene raccontata con occhio disintantato, spesso divertito, senza esitare eccessivamente sui momenti tristi per generare una commozione indotta, ma facendo leva sull'evolversi della trama e del rapporto tra i due per generare compassione, nel senso letterale del termine.
Il pubblico vive infatti la vicenda come se ne facesse parte, sorridendo per le stranezze dei compagni di Ah Tao alla casa di riposo, soffrendo con lei per i crescenti acciacchi, gioendo con lei per le visite di Roger.

La costruzione della trama è magistrale, e riesce a mantenere alta l'attenzione nonostante l'assenza di eventi eccezionali, facendoci scoprire la straordinarietà della vita quotidiana di una persona semplice ma amata da tutti.
Alla perfezione della sceneggiatura si accompagna una grande prova dei due protagonisti: Andy Lau brilla per naturalezza ed è davvero convincente in un ruolo lontano anni luce dalle atmosfere dei gangster movie che lo hanno reso famoso, e Deanie Ip è semplicemente perfetta nella parte, cui riesce a donare un raro equilibrio di grazia, simpatia e commozione.

A simple life è un film che parla di sentimenti senza retorica, colpendo e coinvolgendo lo spettatore solo grazie alla forza emotiva e alla naturale empaticità contenute nella semplice storia di una persona semplice. Da vedere.

****1/2

Pier