mercoledì 12 luglio 2017

Spider-Man: Homecoming

Il ritorno del figliol prodigo



Dopo essere stato morso da un ragno radioattivo, Peter Parker è diventato Spiderman. Coinvolto da Tony Stark nella battaglia contro i supereroi ribelli da Capitan America, Peter da allora vive in attesa di una nuova avventura di quel livello. Stark però non si fa vivo, e Peter si deve accontentare di essere un "amichevole Spiderman di quartiere", sventando rapine e scippi. Una sera, però, incontra un gruppo di rapinatori con armi molto avanzate. Stanco di attendere il suo grande momento, decide di indagare, mettendo a rischio la sua vita, i suoi amici e la fiducia di Tony Stark.

La Marvel deve aver veramente ammazzato il proverbiale vitello grasso per festeggiare il ritorno a casa (seppur in coproduzione) del suo supereroe popolare, e ha deciso che nulla dovesse andare storto, questa volta. Già in Capitan America: Civil War avevamo visto uno Spiderman finalmente affine a quello del fumetto, sia per fisicità che per carattere: dopo lo Spidey noioso e inadatto di Tobey Maguire e quello troppo patinato di Andrew Garfield, Tom Holland e gli sceneggiatori sembravano aver trovato le corde giuste per rappresentare Spiderman.

Quelle stesse corde vengono riprese in Homecoming con precisione quasi scientifica.
Si parte in medias res, senza storia delle origini, trauma legato alla morte di zio Ben, e tutto il classico campionario: Peter Parker è già Spiderman, ha già combattuto con gli Avengers (come ci viene ricordato con un'esilarante sequenza nei primi minuti del film), ed è soprattutto un adolescente, con tutto ciò che ne consegue: impulsività, capacità decisionali rivedibili, energia ed entusiasmo, e gli immancabili turbamenti ormonali,

Holland è perfetto nel ruolo di Spiderman, sia per tempi comici che per fisicità, ed è supportato da una sceneggiatura che sembra ritagliata su di lui, con una trama semplice ma non scontata e un ritmo che non cala praticamente mai, dosando sapientemente azione e commedia. Il suo personaggio è scritto alla perfezione, compreso il suo radicamento nel suo quartiere, il Queens (sottolineato anche da una colonna sonora costeggiata di pezzi di band e artisti originari di New York se non proprio del Queens, Ramones su tutti), caratteristica che lo rende profondamente diverso da supereroi "globali" come gli Avengers.
Al suo fianco, un Michael Keaton superbo dà vita a uno dei villains più interessanti visto in un cinecomic, un Walter White in armatura (come scritto correttamente da Quantum Tarantino) che avvia un'attività criminale per mantenere la famiglia dopo aver perso il lavoro, e poi non riesce più a rinunciare all'ebbrezza del potere. Intorno a loro, come un lontano deus ex machina, si muove Robert Downey Jr., la cui identificazione con Tony Stark/Iron Man è ormai talmente completa da rendere difficile distinguere dove inizi uno e finisca l'altro. Anche i personaggi di contorno sono azzeccati e, per una volta, caratterizzati in modo indipendente dal protagonista.

Certo, non mancano i difetti: la trama non è originalissima (anche se, per una volta, ha un colpo di scena davvero inaspettato) e i personaggi di contorno rispondono in parte ad alcuni stereotipi consolidati. Il costume di Spiderman è troppo tecnologico, e finisce per privare il personaggio di una delle sue principali caratteristiche, il senso di ragno, rendendolo a tratti troppo simile a Iron Man; non a caso alcune delle scene migliori del film arrivano quando Peter non indossa quel costume, ma la sua versione casalinga da lui elaborata.
Il film sembra scritto e diretto da un computer tanto è attento a non uscire mai dal seminato, a darci esattamente quello che vogliamo vedere. Il punto è che lo fa bene, senza sbavature, e di questi tempi non è affatto poco: il cinema di intrattenimento sembra facile, ma l'inondazione di cinecomics e blockbusters di bassa qualità degli ultimi tempi ci insegna che non è affatto così.

Spiderman Homecoming è un ottimo film di intrattenimento, che diverte e al tempo stesso riesce a dare spessore ai personaggi, restituendoci uno Spiderman finalmente coerente con quello del fumetto: sconsiderato, scanzonato, vitale.

*** 1/2

Pier