lunedì 20 luglio 2015

Terminator Genisys

Hasta lo stravisto, baby!



In un futuro distopico, colpito da un olocausto atomico, le macchine, sotto il controllo del software Skynet, hanno preso il controllo, e gli uomini sono ridotti alla clandestinità. Guidati da John Connor, gli uomini riescono a fare breccia nel cuore di Skynet e a distruggerlo. Come ultimo tentativo, Skynet manda nel passato un Terminator T-800, robot con sembianze umane, per uccidere la madre di John Connor, Sarah. John invia allora nel passato il suo luogotenente più fedele, Kyle Reese, al fine di proteggere sua madre. Mentre sta per partire, però, Reese vede che John viene aggredito da un robot camuffato e, quando arriva nel passato, scopre che tutto è cambiato: Sarah Connor sa già cosa l'aspetta nel futuro, a proteggerla c'è un vecchio T-800, in tutto e per tutto simile a quello appena mandato per ucciderla, e a minacciarla c'è il ben più temibile T-1000. Reese ha inoltre dei ricordi che non dovrebbe avere, in cui un se stesso bambino continua a ripetergli: "Genisys è Skynet."

Il nuovo capitolo della saga di Terminator decide di ribaltare le carte in tavola, giocando ancora una volta sui viaggi nel tempo per cambiare tutto ciò che abbiamo sempre saputo sulla saga. L'esperimento, tuttavia, non riesce a causa di una trama troppo involuta e mal congegnata, che si fonda quasi interamente su viaggi temporali gestiti con eccessiva leggerezza e su un colpo di scena già visto in numerose serie TV e film (Doctor Who - The Sound of Drums e il recente Kingsmen, per dirne due) in cui ciò che dovrebbe cambiarci la vita si scopre essere uno strumento del nemico. La trama ha numerosi buchi, che non possono essere spiegati né risolti con la scusa del paradosso temporale, e che finiscono quindi per distruggere la sospensione dell'incredulità, con alcune scene al limite del ridicolo. La regia, inoltre, è scolastica, e non contribuisce certo ad arricchire il film, così come le recitazioni di Emilia Clarke e Jai Courtney, due stoccafissi monoespressivi.

La salvezza del film, che permette di seguire la trama con un barlume di interesse, è Arnold Scharzenegger, monoespressivo come il ruolo richiede, ma anche capace di inusitati momenti comici e di sfaccettature che conferiscono al suo robot senza sentimenti un maggiore spessore rispetto al passato. Il suo personaggio è ben scritto, tra tormentoni classici e nuovi ("Vecchio, non obsoleto"), un Terminator invecchiato e "nonno", ma sempre grintoso, incapace di sorridere in modo normale ma ancora efficace nella missione cui ha dedicato tutta una vita.

Terminator: Genisys è dunque un trionfo di cose già viste, in cui si salva solo il personaggio con cui tutto è iniziato e che ancora oggi, nonostante i trucchi digitali e le spericolate evoluzioni della trama, resta il motivo principale per vedere una saga che sembra avere ben poco di nuovo da dire.

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Pier