mercoledì 12 novembre 2014

Interstellar

Un viaggio coraggioso ma senza cuore



Terra, futuro prossimo venturo. Il pianeta è squassato da ventate di sabbia che rendono il terreno sterile e minacciano la sopravvivenza dell'umanità. Tutte le risorse sono concentrate nelle coltivazioni, e ogni altra forma di ricerca scientifica è stata derubricata a propaganda. L'ex astronauta Cooper, costretto a diventare agricoltore, grazie a una strana anomalia gravitazionale scoperta nella stanza della figlia Murphy viene in contatto con una base spaziale segreta, dove si sta preparando una missione che ha come scopo quella di individuare altri pianeti dove trasferire la razza umana. Cooper accetta di pilotare lo shuttle per salvare la sua famiglia e tutta l'umanità dall'estinzione. Inizia così un viaggio che lo porterà fino ai confini estremi dello spazio e del tempo.

L'ambizione, il desiderio di andare oltre è la cifra dell'essere umano, ciò che lo rende diverso dagli altri animali: è il messaggio chiave di Interstellar, ma potrebbe essere il riassunto della cinematografia di Christopher Nolan. Nessun regista nel panorama contemporaneo, infatti, mostra il suo stesso costante desiderio di andare oltre i propri limiti, di esplorare mondi e meccanismi narrativi che sembrano impraticabili, di realizzare film radicalmente diversi da tutto ciò che è stato fatto in precedenza. Interstellar è un film coraggioso, innovativo non solo a livello visivo, ma anche a livello narrativo, per la sua capacità di unire spettacolarità e impegno, una storia appassionante e un meccanismo narrativo tanto affascinante quanto complesso. Nolan si pone come obiettivo 2001: Odissea nello spazio e va oltre, esplorando quei confini che Kubrick aveva lasciato inesplorati, indagando i motivi che possono spingere l'umanità ad affrontare un'avventura verso l'ignoto, che con tutta probabilità si concluderà con la loro morte.

Il genere fantascientifico viene rielaborato in modo originale. Il futuro della Terra è uguale al nostro passato recente, la paura dell'estinzione ci ha portato ad abbandonare quel sano desiderio di guardare oltre, verso le stelle, e a concentrarci sul quotidiano, condannandoci paradossalmente all'estinzione. La Terra di Nolan è vicina e lontana al tempo stesso, un futuro che somiglia sinistramente al nostro presente, sconvolto da continui fenomeni climatici estremi. La speranza viene dalla scienza, da un'esplorazione spaziale che dovrà affrontare tutte le leggi dello spazio e del tempo, che si sviluppano diversamente per i vari a protagonisti. Nolan sviluppa il racconto su piani paralleli che si rincorrono, si inseguono, e infine si incastrano e sovrappongono, violando le leggi della fisica per guidarci a scoprire ciò che non conosciamo. Il viaggio di Cooper - uno straordinario Matthew McConaughey, capace di passare in modo credibile - dalla risata alla commozione nell'arco di pochi secondi - diventa il viaggio dell'umanità intera, il suo percorso verso la conoscenza di se stessi e dell'universo che ci circonda.

Il film costringe lo spettatore a rimanere continuamente concentrato, e riesce a farlo senza annoiare mai, grazie anche a un meccanismo narrativo e visivo costruito con sapienza e rigore. Le regole del gioco si rivelano a poco a poco, in un processo di scoperta graduale e per questo appagante, in cui la visionarietà delle immagini restituisce la meraviglia di chi esplora per la prima volta mondi sconosciuti. Questa perfezione narrativa e visiva viene pagata con una certa freddezza emotiva, che impedisce di appassionarsi ai personaggi anche in scene che dovrebbero essere drammatiche. Per quanto sembri un rischio calcolato, questo finisce per privare il film di un'umanità che avrebbe arricchito notevolmente la forza e la portata del suo messaggio.

Interstellar è un film coraggioso e avvincente, una ventata d'aria fresca nel panorama degli stantii blockbuster d'oggigiorno, un tentativo riuscito di dimostrare che il cinema di intrattenimento può avere successo anche quando richiede attenzione per comprendere un meccanismo narrativo complesso ma comunque soddisfacente nella sua fredda e distante perfezione.

 *** 1/2

Pier