lunedì 13 luglio 2020

Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga

Canzoni e risate



Lars e Sigrit si conoscono fin da piccoli, e formano un duo musicale molto affiatato, ma di scarso successo in patria: i Fire Saga. Il sogno di Lars è di partecipare all'Eurovision Song Contest, la più grande competizione del mondo, come rappresentanti del loro paese, l'Islanda. Il destino riserverà loro molte sorprese.

La storia dei Fire Saga fa parte di un genere, quello comico con tocchi di demenziale, tra i più difficili da affrontare: il confine tra "comico" e "grottesco" è molto labile, e la critica (soprattutto italiana) tende a stroncare film di questo genere. Lo sa bene Will Ferrell, che in questo genere si è costruito una carriera; e lo sa bene anche il regista David Dobkin, regista di uno degli esempi più riusciti del genere, Due single a nozze.

Non sorprende, quindi, che La storia dei Fire Saga abbia riscosso poco successo con i critici più paludati, ma gli amanti del genere lo apprezzeranno per la sua capacità di offrire ciò che promette, senza fronzoli e senza eccessive innovazioni nell'intreccio, ma con una buona dose di coraggio e "follia" nella messa in scena. Il film è riuscito proprio per la sua "onestà", per la sua capacità di non prendersi sul serio e concentrarsi solo sugli ingredienti più riusciti: attori, musiche, e costumi e coreografie. Se Will Ferrell non è una sorpresa ed è  come sempre irresistibile con la sua mimica, Rachel McAdams è una rivelazione per la sua capacità di unire un genuino entusiasmo, che si trasmette allo spettatore, e tempi comici perfetti: se in Due single a nozze il suo ruolo si riduceva a quello di interesse amoroso del protagonista, qui è una coprotagonista e spalla comica a tutti gli effetti. Al loro fianco, brilla il poliedrico Dan Stevens, capace di passare da Downton Abbey a Legion a un personaggio puramente comico con una disinvoltura assolutamente stupefacente.



Il punto più riuscito del film sono però le canzoni e il comparto visivo. Tutte le canzoni sono orecchiabili e rimangono in testa a lungo, con un mix tra pop e dance pienamente adeguato al contesto e che non ha nulla da invidiare a musical ben più ambiziosi. Costumi e coreografie sono semplicemente esilaranti, e offrono alcuni dei momenti comici più riusciti del film. In generale, Dobkin e soci catturano alla perfezione lo spirito "sopra le righe" e un po' kitsch dell'Eurovision, anche se appiattiscono un po' la diversità regionale per rendere le canzoni più accessibili al grande pubblico.

La storia dei Fire Saga è un film senza pretese, concepito e realizzato con lo scopo di intrattenere e far sorridere lo spettatore, e centra ambedue gli obiettivi alla perfezione, arricchendoli con una colonna sonora strepitosa e che rimane in testa a lungo. Non è - ma non vuole nemmeno essere - un capolavoro, ma fa il suo dovere fino in fondo, divertendo ed emozionando con una storia di passione e musica che lascerà lo spettatore con un sorriso stampato sul volto: di questi tempi, non è poco.

*** 1/2

Pier

giovedì 9 luglio 2020

Tesori nascosti - #5

Torna "Tesori nascosti", la rubrica che segnala film meritevoli di recupero passati inosservati o quasi in Italia.

Ogni film è corredato di voto, informazioni su dove reperire il film, e di un breve commento o un link alla nostra recensione.




1. Tutto può accadere a Broadway voto 9.5
Generecommedia
Anno: 2015
RegistaPeter Bogdanovich
DVD: sì, edizione italiana
Streaming: Prime Video
Commento: il ritorno di Peter Bogdanovich, uno dei geni della commedia sofisticata made in USA (Paper Moon, Ma papà ti manda sola, e tanti altri), è semplicemente strepitoso. Elegante, esilarante, ben recitato, il film non concede una pausa, e diverte facendoci riscoprire il piacere del racconto e dell'arte di raccontare. Una bella storia è migliore della verità, dice la protagonista (Imogen Poots), e noi concordiamo. Il finale è una perla assoluta.

2. Anime nere, voto 8.
Genere: thriller
Anno: 2014
RegistaFrancesco Munzi
DVD: sì, edizione italiana
Streaming: RaiPlay
Commento: Un film che racconta la 'ndrangheta in modo coraggioso e originale, mostrandoci sia il profondo radicamento nazionale e internazionale del fenomeno, sia le sue radici affondate saldamente nella terra e nei monti calabresi. Pastorizia e edilizia, omicidi e affari: nulla viene tralasciato, tutto finisce sotto la cupa lente di Munzi, supportato da un cast intenso e vero e da una fotografia crepuscolare. I fan di Gomorra non possono perderselo.

3. Glory Road, voto 7.5.
Genere: dramma sportivo
Anno: 2006
Regista: James Gartner
DVD: sì, edizione italiana
Streaming: Disney+
Commento: la storia vera della prima squadra con giocatori di colore a vincere il torneo universitario di pallacanestro negli USA (la NCAA) è appassionante e incollerà allo schermo gli appassionati di basket, ma assume oggi una rilevanza ancora più dirompente per via dei recenti fatti di cronaca.

4. Beasts of no nation, voto 8.5.
Genere: guerra, drammatico
Anno: 2015
Regista: Cary Fukunaga
DVD: no
Streaming: Netflix
Commento: Dal regista di True Detective (e del prossimo James Bond) arriva il primo film prodotto da Netflix, che al tempo non ottenne l'attenzione che avrebbe meritato. Il suo racconto della storia di un bambino soldato in Africa Occidentale è un pugno allo stomaco, e colpisce per durezza, incisività e lucida consapevolezza di una realtà insopportabile e troppo spesso ignorata. Girato divinamente e scritto in modo asciutto e scevro di retorica, è destinato a entrare nella storia del cinema di guerra, nonostante la lunghezza leggermente eccessiva. Ottima prova di Idris Elba. 

5. Banat, voto 7.
Genere: commedia drammatica
Anno: 2015
Regista: Adriano Valerio
DVDsì, edizione italiana
Streaming: Prime Video, RaiPlay
Commento: Un film originale nei temi e nelle ambientazioni, che racconta la fuga in Romania di due giovani italiani in cerca di lavoro. Nonostante qualche imperfezione a livello narrativo, la storia convince e cattura per atmosfere e situazioni. Ottimi i due attori protagonisti.

6. Anomalisa, voto 8.
Genere: drammatico
Anno: 2015
Regista: Charlie Kaufman
DVDsì, edizione italiana
Streaminga noleggio su vari servizi
CommentoKaufman (autore, tra gli altri, di Essere John Malkovich e Se mi lasci ti cancello) realizza un (altro) intelligente racconto psicoanalitico, che in alcuni punti tocca vette di genialità. L'uso dell'animazione in stop motion fa guadagnare all'opera in incisività e forza visiva.

7. Remember, voto 9.
Genere: thriller
Anno: 2015
Regista: Atom Egoyan
DVDsì, edizione italiana
Streaming: Prime Video
CommentoDue anziani ebrei ricoverati in una casa di riposo negli USA scoprono che il loro aguzzino ad Auschwitz è riuscito a rifugiarsi negli USA sotto falsa identità. Dato che uno di loro è costretto in sedia a rotelle, toccherà all'altro, Zev, affetto da demenza senile, imbarcarsi in un'odissea per trovarlo e vendicarsi. Splendido e commovente thriller che esplora i meccanismi della memoria, individuale e collettiva, attraverso la cronaca di una vendetta attesa troppo a lungo.

Pier

venerdì 3 luglio 2020

Odio l'estate (In pillole #16)

Vecchia ricetta, nuovi ingredienti



E chi lo avrebbe detto? Dopo una serie di prove deludenti (a essere buoni), Aldo, Giovanni e Giacomo ritrovano la verve perduta, e lo fanno tornando alle origini ma avendo allo stesso tempo il coraggio di reinventarsi.

La formula è quella classica, quel perfetto mix tra commedia e malinconia lanciato con Tre uomini e una gamba (però decisamente sbilanciato verso il lato comico) e che ha trovato il suo perfetto equilibrio in Chiedimi se sono felice, a oggi il film migliore del trio, anche se non necessariamente il più divertente.

Tuttavia, a questa classica ricetta il trio, guidato dal fido Massimo Venier in regia, aggiunge ingredienti nuovi, a partire dall'interpretazione dei propri personaggi: se nel pessimo Fuga da Reuma Park il trio cercava di esorcizzare il passare degli anni e la vecchiaia ridendoci su (senza riuscirci), in Odio l'estate i protagonisti accettano la propria età e la rendono parte integrante del meccanismo narrativo del film. Il rapporto con i figli e la difficoltà di crescerli, gli acciacchi, il tempo che passa, e soprattutto il rapporto con i coniugi diventano temi centrali del film, e regalano alcuni dei momenti migliori.

Come diretta conseguenza di questo approccio, un altro ingrediente che cambia è quello dei personaggi femminili, che nei film passati erano spesso ridotti a macchiette/oggetti del desiderio/causa della rottura dell'amicizia, mentre qui diventano personaggi sfaccettati, ben scritti e ben interpretati da Maria Di Biase, Lucia Mascino, Carlotta Natoli, la cui caratterizzazione ed evoluzione è centrale per la trama quanto quella dei tre protagonisti.

Non mancano, ovviamente, gli elementi volutamente nostalgici, ma sono gestiti con grande grazia e precisione, senza risultare invadenti né poco funzionali: dalla bella colonna sonora di Brunori Sas (anche se Massimo Ranieri finisce per farla da padrone...) che rievoca quella di Samuele Bersani per Chiedimi se sono felice, alla citazione esplicita di una delle scene più famose dei film del trio, che riesce a essere sia una splendida madeleine che un'altra perfetta accettazione del tempo che passa.

Odio l'estate è una bellissima sorpresa, in cui la vacanza forzata con cui i protagonisti cercano di ritrovare se stessi diventa una (involontaria?) metafora del ritrovamento artistico di Aldo, Giovanni e Giacomo, finalmente tornati sui loro toni e ancora capaci di far sorridere e al tempo stesso commuovere, in quel mix di risate e lacrime che costituisce il punto più alto, e per questo più difficile da raggiungere, del cinema comico. Speriamo che sia un "bentornati", e non un canto del cigno.

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Pier