Secondo telegramma da Venezia, con cannibali, mogli di grandi scrittori, spie misericordiose, rivolte nelle periferie, e concerti punk.
Un Couple (Concorso), voto 4. Il primo lavoro di finzione di Frederick Wiseman è tale solo di nome, dato che consiste in un'alternanza tra splendide immagini della natura e di un'attrice che recita le lettere di Sof'ja Tolstaja, la moglie di Tolstoj. Sfugge il senso dell'operazione, che risulta una versione filmata di quei monologhi teatrali "al femminile" talmente stereotipati e diffusi da essere divenuti oggetto di parodia. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema.
A Compassionate Spy (Fuori Concorso), voto 8. Una storia poco nota sul Progetto Manhattan, che ricostruisce le ragioni per cui Ted Hall, il più giovane fisico a lavorare al progetto, decise di passare i piani alla Russia. Hall temeva la tirannide che gli Stati Uniti avrebbero potuto esercitare se fossero stati i soli ad avere la bomba, ma al tempo stesso ha armato il regime staliniano: i dubbi etici di Hall e della moglie, vera protagonista del documentario, impongono al pubblico riflessioni fondamentali, soprattutto di questi tempi.
Athena (Concorso), voto 7.5. Una rivolta nelle banlieu diventa una vera e propria guerra, e il regista Gravas la riprende come tale. La scena d'apertura è magnifica, un piano sequenza di rara potenza con una immagine di chiusura potente ed evocativa; il resto del film è comunque girato sublimemente e, anche se perde strada facendo un po' della sua forza dirompente, colpisce e avvince per tutta la sua durata.
Bones and All (Concorso), voto 8.5. Una ragazza cannibale si ritrova sola, abbandonata dalla famiglia, ma scopre che ci sono altri come lei, incapaci di resistere al richiamo della carne umana. Come nella tradizione del grande cinema horror, la loro condizione diviene una metafora dell'emarginazione - sociale, generazionale, esistenziale. Guadagnino gira una storia d'amore sui generis rinunciando a virtuosismi tenendosi in disparte, lasciando che siano i suoi protagonisti (gli ottimi Taylor Russell e Timothée Chalamet) a raccontare sentimenti, incertezze, scheletri nell'armadio (letterali e non). La macchina da presa indaga i loro volti, i loro viaggi on the road nel cuore dell'America, offrendoci un film all'apparenza semplice ma di grande complessità emotiva, che mette a nudo le sue ossa, la sua carne, e il suo cuore.
Margini (Settimana della Critica), voto 6.5. Una lettera d'amore al punk, a tratti onesta, a tratti furbetta, ma comunque dotata di energia e humor. Si poteva fare di meglio, ma la storia di una sgangherata band punk di Grosseto riesce comunque a divertire.
Pier
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