martedì 27 settembre 2016

One more time with feeling

Sinestesia della perdita



Domink riprende Nick Cave e la sua band mentre sono alle prese con la registrazione dell'ultimo album dell'artista australiano, Skeleton Tree. Quella che doveva essere una testimonianza delle sessioni diventa invece un ritratto introspettivo dell'artista, che deve fare i conti con la morte del figlio adolescente, e del suo processo artistico.

Capolavoro: non ci sono altre parole per definire il documentario di Andrew Dominik, una geniale e commovente follia, un ritratto in bianco e nero e in 3D del lutto di un grande artista, del suo dramma umano e dello straziante processo creativo che sta dietro il suo ultimo album. Là dove le parole e il racconto falliscono, riescono le immagini, la poesia e la musica, che riescono a esprimere il dolore, la perdita, il profondo senso di straniamento, la violenza psicologica di un evento che toglie ogni punto di riferimento, obbligando l'artista, l'uomo a compiere l'atto più contrario alla propria natura: cambiare.

Dominik sfrutta le tre dimensioni per regalare profondità e vividezza agli spazi in cui viene registrato il disco, ai personaggi, ai loro gesti e alle loro emozioni, ritratti in uno splendido bianco e nero in cui le ombre prevalgono sulla luce, ma la luce diviene per questo ancora più luminosa. "There is more paradise in hell than we've been told", recita cavernosa la voce di Nick Cave: il paradiso esiste anche all'inferno, la speranza può essere trovata anche nei momenti più oscuri, nella musica più cupa, dissonante ed emozionante sentita da molti anni a questa parte.

Il film regala uno sguardo inedito non solo nel lutto, ma anche nel processo creativo, fatto di fallimenti, tentativi, frustrazioni, indissolubilmente legato alla vita ma al tempo stesso separato da essa: la sala di registrazione diventa un'oasi, un'isola fuori dal tempo in cui le emozioni sono pure, violente, come le note di un violino dissonante o di una voce straziata.

One more time with feeling è un film che passerà alla storia del documentario, un racconto poetico e sinestetico in cui immagini, parole e suoni si mescolano, si sovrappongono, si rinforzano, in un crescendo emotivo che non può lasciare indifferenti. Sarà in sala solo il 27 e il 28 Settembre: non perdetelo, per nulla al mondo.

*****

Pier

Nessun commento:

Posta un commento