Imparare a perdere
Benny Safdie racconta la storia vera di Mark Kerr, lottatore di arti marziali miste, cui Dwayne Johnson presta volto e corpo, raccontandone la forza fisica e la fragilità emotiva. La prestazione di Johnson è il principale elemento di interesse in quello che, per il resto, è un solido film sportivo, molto tradizionale nell'impianto ma fotografato con un taglio semi-documentaristico che accresce l'impatto di alcune scene.
Il film ha il anche il pregio di non raccontare una classica parabola di caduta-redenzione-rinascita, ma quella di un'accettazione della sconfitta come parte della vita. Questa parabola è comunque presente grazie alle vicende di Mark Coleman, amico e collega di Kerr che invece la segue perfettamente. Safdie dà centralità alla storia di Coleman per far emergere per contrasto la particolarità di quella meno convenzionale di Kerr.
Il risultato è un film che non brilla per originalità - visto il regista era forse lecito aspettarsi qualcosa di più - ma funziona a livello narrativo ed emotivo grazie a una solida e sorprendente prova del suo protagonista, messo al centro della vicenda senza spettacolarizzazione o tentativi di mimesi da actor studio, ma con un realismo che colpisce e contribuisce a costruire una morale non scontata su cosa significhi "vincere" nello sport e nella vita.
*** 1/2
Pier
Nessun commento:
Posta un commento