giovedì 8 settembre 2016
Telegrammi da Venezia 2016 - #3
One More with Feeling (Fuori Concorso), voto 9.5. Fin qui il film migliore visto alla mostra, il sorprendente documentario di Andrew Dominik è un diario-confessione dell'ultimo album di Nick Cave, realizzato subito dopo la perdita del figlio adolescente. Domink fa scelte artistiche ardite, usando il 3D e il bianco e nero per un documentario, e realizza un piccolo capolavoro. One More with Feeling è il ritratto intimo di un lutto e di un cantante, che commuove senza indulgere nell'autocommiserazione o nella filosofia spicciola, e arriva dritto al cuore grazie a immagini potenti e alla poesia delle canzoni di Cave. Imperdibile.
The Bad Batch (Concorso), voto 5. Uno dei film più attesi della Mostra, e una delle più grandi delusioni, il film dell'arrogantissima Amirpour è un western postapocalittico sui toni di Mad Max. Il film parte da un'interessante questione etica (i cannibali sono davvero peggio della città nelle mani del predicatore?), ma rimane sempre in superficie, senza sviluppare davvero alcun tema, e risultando così un'occasione sprecata. Alle ottime prove di Jim Carrey e Keanu Reeves (che interpreta una versione deviata del Morpheus di Matrix) si affiancano due protagonisti rivedibili, una Suki Waterhouse che si limita a una funzione decorativa e un Jason Momoa tutto stupore e ferocia.
La Region Salvaje (Concorso), voto 4.5. Un alieno che incarna l'istinto primordiale del piacere sconvolge la vita di una cittadina messicana. Anche qui, un tema interessante sviluppato in modo molto banale e superficiale. Qui la recensione estesa fatta per Nonsolocinema.
The Voyage of Time (Concorso), voto 6. Malick torna alla Mostra con un documentario sulle origini della vita e del tempo. Il film è all'altezza delle sue ambizioni, tranne che quando si cimenta con i dinosauri in computer grafica, decisamente la parte meno convincente a livello sia narrativo che visivo. Resta però una sensazione di ripetitività e di già visto, con alcune immagini che sembrano uscite dritte dai primi 20 minuti di The Three of Life.
Jackie (Concorso), voto 8. Natalie Portman offre una prova superba nei panni di Jacqueline Kennedy, regalandoci il ritratto di una donna sensibile ma ferocemente determinata, fragile ma protettiva, parte fondante del mito del marito ucciso e al tempo stesso donna schiva e riservata. Il film è girato con grande delicatezza e sensibilità, volte sì a esaltare la prova della Portman, ma anche capaci di creare la giusta atmosfera, nonostante qualche evitabile lungaggine.
The Journey (Fuori Concorso), voto 7. Interessante ed esilarante racconto (immaginario) del viaggio (reale) da Glasgow a Dublino dei leader dei partiti indipendentista e unionista dell'Irlanda del Nord, che favorì la pace tra i due paesi. Splendida prova di Timothy Spall.
A sabato per l'ultimo telegramma e per i pronostici.
Pier
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