Cosa succede quando si prende un regista noto per le atmosfere cupe e crepuscolari, gli si fa girare un film, e poi lo si fa rimontare (e forse anche rigirare) dalla compagnia che fa i trailer?
Sembra la premessa di una barzelletta, ma è la storia produttiva di Suicide Squad, che spiega alla perfezione perché, nonostante le buone prove di Margot Robbie e Will Smith, il film sia un orrido pasticcio, e perché, alla fine, a suicidarsi sia lo spettatore.
Livello di sconsiglio: Alto (****)
Pier
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