martedì 6 settembre 2016

Telegrammi da Venezia 2016 - #2

Secondo telegramma da Venezia, tra Tarkovskij e Mel Gibson.


The Bleeder (Fuori Concorso), voto 6.5. Il film racconta con buona efficacia la storia del vero Rocky. Qui la recensione fatta per Nonsolocinema.

Prevenge (Settimana della Critica), voto 7. In bilico tra grottesco, satira e horror, il film racconta di una donna incinta comincia a sentire la voce della nascitura che porta in grembo che le ordina di uccidere i responsabili della morte del fidanzato/padre della bimba. Interessante metafora del cambiamento indotto dalla gravidanza, e dal rapporto, ancora sbilanciato, tra uomo e donna nella società di oggi.

Brimstone (Concorso), voto 6.5. Forse il film più criticato di Venezia prima della proiezione di Piuma (di cui parleremo), Brimstone è invece un interessante western dal sapore apocalittico che indaga la condizione femminile all'interno di un contesto iperreligioso e mascolino come quello del selvaggio West. Il film, nonostante alcune sbavature di stile, convince, trainato anche dalla forza ipnotica del villain Guy Pearce, un predicatore carismatico e luciferino.

Stalker (Venezia Classici), voto 10. Torna, in versione restaurata, uno dei più grandi film della storia del cinema. Tarkovskij costruisce un racconto di fantascienza puramente psicologico, in cui paesaggi e ambientazioni iperrealistiche e decadenti si trasformano nella Zona, un'area inaccessibile e piantonata dai militari, in continua evoluzione e in grado di portare alla follia. Tra filosofia e fantastico, Tarkovskij ci accompagna in un viaggio spiazzante e allucinato attraverso la Zona, lucida e folle metafora del viaggio di ogni uomo sulla Terra. Imprescindibile.


Il più Grande Sogno (Orizzonti), voto 7. Il film racconta la storia vera di Mirko, ex galeotto che "vive d'impicci" che cerca di rifarsi una vita nelle borgate romane. In piena tradizione neorealista, il protagonista e molti personaggi interpretano se stessi, dando vita a un racconto vero ed emozionante sull'esclusione sociale e la difficoltà di tornare a galla.

Hacksaw Ridge (Fuori Concorso), voto 7.5. Mel Gibson torna alla regia e lo fa con un film dei suoi, intriso di retorica ma anche di emozione e scene girate in modo clamoroso. D'altronde è la materia stessa a richiedere il trattamento Gibson: come raccontare, altrimenti, l'emozionate storia di Desmond Doss, primo obiettore di coscienza a ricevere la Medaglia al Valore per aver salvato 75 (SETTANTACINQUE) commilitoni dall'inferno di Hacksaw Ridge, sull'isola di Okinawa?

In Dubious Battle (Fuori Concorso), voto 7. Franco, da regista, ha un grande merito: quando adatta un libro di un grande autore, cerca di attenersi il più possibile alla materia letteraria, valorizzandola senza pretese artistoidi. Questo film, tratto da un romanzo di Steinbeck, non fa eccezione, e racconta con grande efficacia la storia delle lotte sindacali negli Stati Uniti della Grande Depressione.

The Secret Life of Pets (Fuori Concorso), voto 6-. Personaggi ben caratterizzati e molti momenti divertenti, ma la trama è una scopiazzatura pedissequa di Toy Story. Qui la recensione completa fatta per Nonsolocinema.

Pier

1 commento:

  1. Ottima l'idea di questi "telegrammi"che bene orientano alla visione (o meno) dei film presentati a Venezia.

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