giovedì 30 aprile 2009
Franklyn
giovedì 23 aprile 2009
Memmo Carotenuto - I dimenticati: puntata 5
Fondamentale il suo contributo al successo de I soliti ignoti, in cui interpreta Cosimo, il ladro cui Peppe (Vittorio Gassman) ruba l'idea per il colpo al monte di pietà.
Degne di note anche le sue prove in Poveri ma belli di Dino Risi e a Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini, dove interpreta il carabiniere commilitone di Vittorio De Sica.
Con Carotenuto, si chiude la prima parentesi de “I dimenticati” dedicata ai caratteristi italiani. Ho ritenuto doveroso omaggiare il talento di attori che, spesso, non ricevono i giusti riconoscimenti per il loro lavoro.
Questioni di cuore
All'improvviso, uno sconosciuto
Angelo e Alberto sono due persone molto diverse: il primo fa il meccanico, il secondo è uno sceneggiatore di successo; il primo è felice, il secondo è eternamente insoddisfatto.
Si incontrano in uno dei luoghi meno adatti a fare amicizia, una stanza d'ospedale, dove entrambi sono ricoverati per un infarto. Sarà proprio la malattia a cementare il loro rapporto e a far intrecciare le loro vite.
Il punto di forza del nuovo film della Archibugi sono gli attori: Albanese è perfetto nel ruolo del logorroico sceneggiatore, mentre Kim Rossi Stuart è dolente e morettiano quanto basta nella parte del giovane padre di famiglia malato preoccupato per l'avvenire dei suoi cari. Sorprendente Micaela Ramazzotti, che offre un'interpretazione intensa ed emozionante.
Le parti migliori di Questioni di cuore sono senza dubbio quelle in cui Alberto insegna al figlio di Angelo il mestiere dello scrittore: la fantasia è un motore irrefrenabile, il cui carburante è l'osservazione attenta della realtà che ci circonda. Raccontare storie significa prima di tutto capire e conoscere le storie che accadono intorno a noi.
Le parti deboli del film sono invece quelle che raccontano la progressiva accettazione della presenza di Alberto da parte della famiglia di Angelo: troppo sbrigative, e spesso poco realistiche, soprattutto quelle legate al rapporto tra Alberto e il personaggio della Ramazzotti.
Il film è nel complesso gradevole, girato in una parte di Roma generalmente poco frequentata dalle telecamere e, per questo, più viva e reale.
La storia manca spesso di realismo, ma la meravigliosa fantasia delle storie di Albanese riesce a nascondere e a far dimenticare questo difetto.
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Pier
mercoledì 15 aprile 2009
Tiberio Murgia - I dimenticati: puntata 4

Date le sue origini, Murgia è sempre stato doppiato lungo tutto la sua carriera. Tuttavia, quello che rimane nella memoria è la sua straordinaria mimica facciale, con gli occhi spesso socchiusi, perfette per rappresentare lo stereotipo del siciliano sospettoso e diffidente.
Murgia lavorò in altri due capolavori di Monicelli, La grande guerra e La ragazza con la pistola. Nel primo, in particolare, è indimenticabile l'interpretazione del soldato Nicotra, la cui caratterizzazione contribuisce a creare molte delle scene comiche del film grazie al confronto con il “milanese” Gassman e il romano Sordi.
Nella sua lunga carriera ha lavorato anche con Vittorio De Sica, Totò, Franco e Ciccio.
Nel 1988, nel film Operazione pappagallo, recita per la prima volta con la sua vera voce.
Murgia rimarrà per sempre nella memoria collettiva come il Ferribotte de I soliti ignoti, ma moltissimi altri suoi film sono e resteranno delle pietre miliari della commedia italiana.
Alla prossima settimana!
Pier
lunedì 13 aprile 2009
Duplicity
Un thriller con troppe contraddizioni
Attendevo con una certa curiosità Duplicity per una serie di motivi: perchè avevo apprezzato molto il precedente film di Tony Gilroy, Michael Clayton; perchè la trama, che vede due ex agenti segreti allearsi per imbrogliare due multinazionali dei cosmetici, sembrava interessante; e, infine, perchè prometteva di essere un bel film di spionaggio, genere che da sempre mi appassiona.
Devo dire che la delusione è stata abbastanza forte. Parlandone razionalmente, Duplicity non è così malvagio: la regia è comunque apprezzabile, e Julia Roberts e Clive Owen formano una bella coppia. Resta però l'amaro in bocca, perchè il film si butta via per eccesso di narcisismo.
La sequenza iniziale è bellissima, ma illude riguardo a ciò che seguirà: un film pieno di ripetizioni, con poche scene di suspence e dialoghi che diventano via via sempre più scontati.
Le dinamiche della truffa sono eccessivamente complesse, e presentano numerose contraddizioni. Gilroy abusa, fino a renderli stucchevoli, di alcuni espedienti cinematografici di per sé pregevoli, come la composizione del video a mosaico e il flashback.
Nota di merito del film, le splendide interpretazioni di Paul Giamatti e Tom Wilkinson, perfetti nei ruoli degli avidi proprietari delle multinazionali in lotta tra loro.
Duplicity paga la sua incapacità di scegliere un registro preciso, e finisce per essere un ibrido tra commedia, thriller e giallo, senza riuscire realmente a divertire, emozionare o stupire.
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Pier
mercoledì 8 aprile 2009
Carlo Pisacane - I dimenticati: puntata 3
Pisacane lavorò anche con Pasolini e Zeffirelli, con il quale concluse la sua lunga carriera.
martedì 7 aprile 2009
Gli amici del bar Margherita
venerdì 3 aprile 2009
Teza
Presente, passato e futuro
Teza non è un semplice film: è il diario di un paese, il racconto della sua storia, delle sue sofferenze, dei suoi sogni. Attraverso un complesso intreccio di immagine del passato e del presente, racconta la vita di Anberber, etiope fuggito giovane dalla madrepatria per ritornarvi solo molti anni più tardi, dopo essere diventato un medico in Germania.
Quello che trova tornando a casa è un paese immutato e immutabile, che frena ben presto i suoi desideri di cambiamento, che finiscono per sostanziarsi in sogni e magici rituali, in cui il protagonista perviene ben presto a una crudele e totale disillusione: il potere è solo passato di mano, restano la corruzione e la prepotenza di chi lo detiene.
Il volto di Anderber diventa quello dell'Etiopia intera, che vive in una sorta di limbo tra il passato, fatto di tradizioni tribali e magia, e il futuro, sempre più moderno e tecnologico e quindi sempre più irrangiungibile. Quello che resta è un presente malinconico, dove tutto sembra essere già successo e tutto deve ancora succedere.
Gerima torna a parlare della storia del suo paese, e lo fa con uno sguardo molto più critico e disincantato rispetto al passato: le ideologie sono state abbattute e calpestate, e proprio da quelli che le avrebbero dovute difendere
Il film è pregevole e molto interessante, con alcuni momenti di grande cinema. La fotografia è splendida, e il ritratto dell'Africa post-coloniale è vivido e realistico.
La lunghezza è però eccessiva, e alcuni passaggi sono ripetitivi e retorici.
La pellicola di Gerima è una sorta di poema epico popolare, con tutti i suoi difetti e i suoi pregi, e ritrae con fulgido realismo l'anima di una nazione stanca e martoriata.
***1/2
Pier