Se pensavate che Franklyn fosse una scopiazzatura di V per Vendetta, ma senza la forza visionaria del lavoro di Moore, dovrete ricredervi.
Il film ha sì una base molto simile a quella di V, ma si sviluppa in modo completamente differente, attraverso tre diverse storie che si incrociano solo nel finale.
Nel mondo di Priest, il protagonista mascherato del film, tutti devono avere una religione: il Ministero registra tutte le fedi e chi vi aderisce. Gli atei non possono essere controllati, e sono dunque fuorilegge. Priest è uno di questi, e la sua scelta rischia di costargli cara.
Franklyn è uno strano incrocio tra un film di Iñarritu e un libro di Orwell, con atmosfere alla 1984 e vite comuni che finiscono per incontrarsi a causa di un evento eccezionale.
Una combinazione strana, dunque, ma molto gradevole e piacevolmente sorprendente, ricca di messaggi e sottotesti per nulla banali.
Il film esalta il potere creativo di fantasia e subconscio, capaci di modificare e plasmare la realtà, per renderla un mondo diverso, ma non necessariamente migliore.
Franklyn è davvero una bella sorpresa, in quanto unisce vari generi e modi di fare cinema creandosi però una sua identità ben definita, in grado di appassionare e stupire lo spettatore dal primo all'ultimo minuto.
*** 1/2
Pier
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