All'improvviso, uno sconosciuto
Angelo e Alberto sono due persone molto diverse: il primo fa il meccanico, il secondo è uno sceneggiatore di successo; il primo è felice, il secondo è eternamente insoddisfatto.
Si incontrano in uno dei luoghi meno adatti a fare amicizia, una stanza d'ospedale, dove entrambi sono ricoverati per un infarto. Sarà proprio la malattia a cementare il loro rapporto e a far intrecciare le loro vite.
Il punto di forza del nuovo film della Archibugi sono gli attori: Albanese è perfetto nel ruolo del logorroico sceneggiatore, mentre Kim Rossi Stuart è dolente e morettiano quanto basta nella parte del giovane padre di famiglia malato preoccupato per l'avvenire dei suoi cari. Sorprendente Micaela Ramazzotti, che offre un'interpretazione intensa ed emozionante.
Le parti migliori di Questioni di cuore sono senza dubbio quelle in cui Alberto insegna al figlio di Angelo il mestiere dello scrittore: la fantasia è un motore irrefrenabile, il cui carburante è l'osservazione attenta della realtà che ci circonda. Raccontare storie significa prima di tutto capire e conoscere le storie che accadono intorno a noi.
Le parti deboli del film sono invece quelle che raccontano la progressiva accettazione della presenza di Alberto da parte della famiglia di Angelo: troppo sbrigative, e spesso poco realistiche, soprattutto quelle legate al rapporto tra Alberto e il personaggio della Ramazzotti.
Il film è nel complesso gradevole, girato in una parte di Roma generalmente poco frequentata dalle telecamere e, per questo, più viva e reale.
La storia manca spesso di realismo, ma la meravigliosa fantasia delle storie di Albanese riesce a nascondere e a far dimenticare questo difetto.
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Pier
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