Tratto da una miniserie prodotta dalla BBC, State of Play analizza, più di trent'anni dopo Tutti gli uomini del presidente, i rapporti tra giornalismo e politica. E lo fa calando il confronto nella realtà di oggi, dove i giornali su internet stanno lentamente superando quelli tradizionali.
Il protagonista, Cal McAffey, è il classico giornalista vecchio stampo: trasandato e sempre in ritardo nelle consegne, ma allo stesso tempo reporter di livello, con contatti disseminati un po' ovunque. Penne e taccuino sempre a portata di mano, e grande passione per il proprio lavoro. Il clichè funziona grazie all'ottima interpretazione di Russell Crowe, convincente ed ispirato.
Il suo alter-ego è Della Frye, giovane blogger precisa e determinata, ma mancante della capacità di analisi e di indagine del collega.
Le loro strade si incrociano quando iniziano a indagare sulla vita privata di un amico di Cal, il politico Stephen Collins. Inizia così un'incessante caccia alla verità, che porterà a scoperte sorprendenti e a rivelazioni scottanti. La verità vale il sacrificio di un'amicizia?
Il film scorre piacevolmente, con ritmi elevati e personaggi azzeccati. La regia è ottima, così come la fotografia, che con un continuo alternarsi tra atmosfere crepuscolari e illuminate restituisce il continuo ondeggiare dei giornalisti tra menzogna e verità.
Alla fine il giornalismo tradizionale vince, come è giusto che sia. E sinceramente, spero proprio che vada così, in modo che qualcuno possa ancora pronunciare le parole rese immortali da Bogart: "E' la stampa, bellezza!"
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Pier
Ho letto da qualche parte della serie ispiratrice del film, e che ne hanno spremuto la trama. Forse il ritmo veloce deriva da questo...
RispondiEliminaOT: Il Torneo dei film ha un vincitore, ma i megaquestionari potrebbero continuare....
http://iltorneodeifilm.wordpress.com/2009/05/10/il-vincitore-del-torneo-dei-film/