lunedì 11 maggio 2009

Il Che - L'argentino e Guerilla

Il ritratto del Che Guerriero




I due episodi del film su Ernesto Guevara di Steven Soderbergh sono incentrati principalmente sulla figura combattiva del dottore che incontra nel 1955 il già rivoluzionario Fidel Castro. 

Il primo episodio è uno spaccato della rivoluzione cubana del 1956 incentrato sulle tecniche di guerilla, diventate poi un libro del Che, e sulle strategie militari adottate dai rivoluzionari. Che Guevara viene dipinto come un specie di santone, dai principi marxisti solidi e morali, un guerrierio, non un politico come Fidel Castro. Questa sua indole viene evidenziata durante il film alternando scene di guerilla cubana a scene presso il palazzo dell'Onu dove Guevara proteggeva a spada tratta la causa di Cuba in qualità di ministro dell'industria. La contrapposizione è netta, e la sua natura rivelata; l'agiatezza durante il combattimento e il disprezzo durante la diplomazia porteranno il dottor Guevara a insinuare la rivoluzione anche in Bolivia, raccontata nel secondo film, ma dove invece troverà la morte, fucilato dall'esercito nazionale nel 1967.

Il film è molto militare e poco ideologico. Un monumento alla guerilla iniziata e definita con la rivoluzione cubana, indipendentemente dalle base ideologiche e marxiste. "Vittoria o morte", "un soldato che sa per cosa combatte è più forte di un esercito", questi sono i principi che si sentono dal Che, un uomo che ha dato la vita per una causa che, giusta o sbagliata, condivisibile o assolutamente insensata, era nobile da poter dar senso alla sua e a centinaia di altre vite.

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Alessandro

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