Spielberg è un regista estremamente eclettico, il cui ha lavoro ha contribuito a creare il concetto di blockbuster come lo intendiamo oggi: molti esperti considerano Lo squalo il primo vero blockbuster moderno. Dalla saga di Indiana Jones a E.T., da Jurassic Park a Minority Report, passando per film più seri come Schindler's list, Il colore viola, e Amistad, e per i più recenti Prova a prendermi e Ready Player One, la filmografia di Spielberg è poliedrica sterminata: si può dire che nessun regista ha realizzato un numero paragonabile di film considerati classici e di culto da critici e spettatori.
Forse proprio a causa di questa sua prolificità, nonché del grande successo commerciale delle sue pellicole, Spielberg è spesso considerato un artigiano, un regista poco "artistico". In realtà, pochissimi registi hanno uno stile distintivo quanto il suo - talmente distintivo da avere addirittura delle inquadrature che prendono il suo nome. Tutto l'armamentario di tecniche utilizzato da Spielberg ha uno scopo univoco e ben preciso: immergere lo spettatore nella storia e farlo identificare con i personaggi, creando così quel senso di meraviglia e "sospensione dell'incredulità" che sono parte fondante della magia del cinema.
1. Spielberg face
Spielberg lavora spesso con lo "straordinario". Negli anni ha sviluppato una tecnica per trasmettere emozioni allo spettatore - soprattutto meraviglia e stupore - che opera un'inversione di causa ed effetto, sovvertendo la grammatica cinematografica di chi lo aveva preceduto: anziché mostrare prima la "causa" e poi la reazione, Spielberg parte con la reazione dei suoi personaggi, spesso inquadrati in primissimo piano, per poi rivelare ciò che ha causato la reazione stessa.
La "Spielberg face" per eccellenza: il momento prima della "rivelazione" dei dinosauri in Jurassic Park |
2. Piano sequenza immersivo
Quando si parla di "piano sequenza", la mente va subito a grandi maestri del cinema "artistico" come Orson Welles, Godard, o Antonioni. Pochi pensano a Spielberg, che in realtà è un grande maestro dell'uso del piano sequenza a scopo immersivo. Il motivo è che Spielberg non si "mette in mostra", sottolineando il piano sequenza per dimostrare la sua perizia tecnica (come invece amano fare altri registi), e finendo così per fare "uscire" lo spettatore dalla scena. Spielberg usa invece la tecnica quasi di nascosto, a scopo immersivo, calando lo spettatore nell'atmosfera nel film e facendolo sentire "dentro" l'azione anziché un osservatore.
Qui sotto trovate due video di Tony Zhou che presentano esempi di questa tecnica, da lui soprannominata lo "Spielberg Oner."
3. Il riflesso
Spielberg fa spesso ricorso all'uso del riflesso al fine di mantenere la prospettiva del protagonista - e, dunque, la connessione emotiva tra questi e lo spettatore - e allo stesso tempo mostrare ciò che sta vedendo il personaggio.
Reflection shot in A.I. - Intelligenza Artificiale |
Primi piani ricchi di stupore e meraviglia, piani sequenza immersivi, e inquadrature che sono dei giochi di specchi: queste le tecniche che Spielberg usa per catturare la mente ma soprattutto il cuore dello spettatore. Spielberg ha imparato ed espanso la lezione di Georges Méliès, uno dei pionieri del cinema, che riteneva che il regista fosse come un mago, con una borsa piena di trucchi volti a stupire e far sognare lo spettatore. E questo fa da oltre cinquant'anni il regista originario di Cincinnati: incanta e stupisce, inganna e sorprende, avvincendoci inesorabilmente alla sua narrazione e trascinandoci in fondo alla sua cinematografica tana del bianconiglio, pronti a esplorare un mondo nuovo eppure già familiare.
Pier
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