lunedì 4 settembre 2023

Telegrammi da Venezia 2023 - #4

Quarto telegramma da Venezia, tra killer in crisi, l'impatto duraturo delle guerre, comunità rurali giapponesi, non morti, e mogli di celebri cantanti.

The Killer (Concorso), voto 6.5. Fincher racconta la storia di un killer dal piglio impiegatizio, con routine da cartellino e un'apatia latente. La banalità del male, dunque, raccontata con un abbondante uso di voice over e facendo leva sull'espressione glaciale di Fassbender. Il risultato è efficace, ma poco ispirato: un compito ben eseguito, ma nulla più. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema. 

Evil Does Not Exist (Concorso), voto 8. Dal regista di Drive My Car, una riflessione a tutto tondo sul rapporto tra uomo e natura, affrontato senza retorica né desiderio di compiacere, ma focalizzandosi sul rapporto simbiotico tra comunità e paesaggio. Finale soprendente, fortemente metaforico, che scarta di lato e lascia più domande che risposte, dimostrando grande coraggio.

Le Vourdalak (Settimana della Critica), voto 5. Da un racconto di Tolstoj, una storia di vampiri molto convenzionale, evocativa nelle atmosfere ma un po' confusa nella narrazione, con un trucco del vampiro poco riuscito. 

Shadow of Fire (Orizzonti), voto 8.5. Gli orrori e le tragedie che la guerra lascia dietro di sé raccontati attraverso gli occhi di un bambino che si trova a interagire con reduci di vario genere. Il film alterna momenti cupi e riflessivi ad altri di pura poesia, una commistione di toni e linguaggi che conquista, commuove, e fa riflettere. 

Priscilla (Concorso), voto 5. Sofia Coppola firma un biopic poco ispirato su Priscilla Presley, raccontando il plagio operato - consciamente o inconsciamente - da Elvis nei suoi confronti. Il film scorre senza sussulti, e non riesce a offrire una prospettiva nuova su una storia conosciuta e mostrata con uguale efficacia e, paradossalmente, maggiore critica nei confronti di Elvis nel film omonimo.

Hit Man (Fuori Concorso), voto 8.5. La storia vera di un insegnante universitario che diviene collaboratore della polizia fingendosi un killer a pagamento. Linklater firma un film esilarante, perfetto per ritmo, costruzione e interpretazione, che strappa applausi a scena aperta.

Pier

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