domenica 7 novembre 2021

Ultima Notte a Soho (In pillole #20)

La trappola della nostalgia


Il mito della swinging London ha ancora una fascinazione potente, quella di un'epoca vitale, energizzante, fatta di locali, canti, feste, in cui tutto era possibile e a portata di mano. Eloise è cresciuta con questo mito, cullata dalle musiche ascoltate sui 33 giri della nonna, tra Petula Clark e Cilla Black: non sorprende, dunque che, quando scopre che la Londra moderna è ostile, competitiva, e alienante, il suo istinto sia quello di rifugiarsi nel passato, abbandonandosi a una rêverie che, per un certo periodo, le permette di avere successo nella scuola per stiliste e di tornare a essere felice. 

La premessa potrebbe ricordare Midnight in Paris: ma laddove Woody Allen rendeva il passato sognato un mondo decisamente più appetibile di quello reale, Wright decide di sollevare il tappeto della nostalgia e guardare in faccia alla realtà della Londra anni Sessanta, una città che sotto le luci scintillanti nascondeva un sottobosco ostile, predatorio, la materia di cui sono fatti gli incubi. Il film diventa quindi un thriller hitchcockiano che sconfina nel territorio del romanzo gotico, in cui il confine tra realtà e sogno diventa sempre più sottile, e il passato è un mostro in agguato dietro una porta, pronto ad assalirti. 

Edgar Wright realizza forse il suo film cinematograficamente più maturo, in cui tutti gli elementi si incastrano alla perfezione, dalla fotografia - evocativa e "abbagliante" in alcuni momenti, cupa e addirittura gore in altri - alla splendida colonna sonora (preparatevi, vi entrerà in testa e non se ne andrà più). La scena nella sala da ballo in cui le due protagoniste si alternano sulla pista in un piano sequenza di rara energia e vitalità, è una piccola gemma in un film che conquista i sensi, grazie anche alle splendide prove delle due attrici protagoniste. Thomasin McKenzie offre il giusto connubio di innocenza e sociopatia alla sua Eloise, e Anya Taylor-Joy è semplicemente ipnotica nei panni di Sandie: la scena del canto è un pezzo di rara bravura.

Ultima notte a Soho è un film che non ha paura di essere uno, nessuno, e centomila, trascinante nella sua capacità di cambiare faccia, genere, direzione narrativa, creando un'esperienza visiva conturbante, che trasporta lo spettatore nei sogni e negli incubi della swinging London.

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Pier

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