domenica 30 gennaio 2011

Qualunquemente

Non ci resta che piangere



Cetto La Qualunque, un imprenditore calabrese accusato di evasione fiscale e riciclaggio, torna in patria dopo 4 anni di latitanza in Sudamerica. Per fronteggiare la temibile ondata di legalità che sta assalendo il paese viene convinto a candidarsi a sindaco, e conduce la campagna elettorali con metodi decisamente poco ortodossi.

Qualunquemente è un film che offre due piani di lettura. Il primo e più superficiale è quello della comicità "ancestrale, un po' animale" di Cetto La Qualunque, fatto di slogan tanto dozzinali quanto esilaranti e di battute politicamente scorrette. Il secondo, più sottile, è quello di una satira puntuale e feroce, violenta proprio perchè quasi nascosta, sulla classe politica e sull'Italia in generale.
L'ispirazione per il personaggio di La Qualunque è chiara e lapalissiana, così come quella dei personaggi di contorno: il consigliere senza morale, l'avversario politico serio, preparato ma naturalmente triste e incapace di comunicare con le masse, il conduttore televisivo servile e compiacente. Quello che però colpisce di più è la rappresentazione che viene fatta dell'Italia, un'Italia rappresentata dai potenziali elettori in cerca di compenso, dagli amici del bar che trattano l'evasione fiscale come un reato minore, ma soprattutto dal figlio di Cetto: inizialmente buono, sensibile e colto, finirà per abbrutirsi come tutti gli altri, conquistando così consensi tra il pubblico e l'affetto del padre.

Albanese dà corpo e voce allo straordinario personaggio di Cetto, verace e terrificante proprio perchè terribilmente reale. Al suo fianco, in mezzo a nani e ballerine si distingue un eccellente Sergio Rubini, perfetto nel ruolo del consigliere "terrone" che cerca di spacciarsi per milanese.
La regia di Manfredonia è semplice ma non banale, e arricchisce un film fondato quasi esclusivamente sull'eccezionale forza espressiva di Cetto.

Qualunquemente fa ridere con gag riuscitissime, ma non lascia mai lo spettatore tranquillo, stuzzicandolo e stimolandolo con continue provocazioni. Non è un film accomodante, ma una forte sferzata agli Italiani e all'Italia, presentata come un paese dove conta solo avere donne belle e piacenti, fare i propri interessi senza curarsi di quelli degli altri, e dove i diritti vengono calpestati impunemente in nome del popolo.

Cetto La Qualunque non è solo una caricatura di un noto personaggio politico, è anche il ritratto di quello che il nostro paese sta diventando, una realtà dove vige la legge del più forte, e dove, se non si trova la forza di reagire, diventerà d'attualità il titolo del celebre film con Troisi e Benigni.
Una satira così efficace non si vedeva da tempo, e consacra Albanese come uno degli ultimi veri comici del nostro cinema. Non perdetelo.

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Pier

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