Come ogni anno, Film Ora è a Venezia, e vi accompagnerà per tutta la Mostra del Cinema con i suoi telegrammi, recensioni brevi dei film visti nelle varie sezioni. Una Mostra giocoforza particolare, nell'anno di una pandemia, ma organizzata con passione artistico e un rigore logistico finora impeccabile.
Lacci (Fuori Concorso), voto 4.5. Un film che sembra realizzato al solo scopo di corroborare la tesi di chi sostiene che il cinema italiano sia moribondo e sempre uguale a se stesso. La solita storia di infedeltà coniugale, con il solito campionario di ripicche, rimproveri, nevrosi, paturnie, e patemi recitata dai soliti attori e attrici con le solite nevrosi, paturnie, e patemi. Spiace che venga da Daniele Luchetti, che ci aveva abituato a ben altro.
Mila - Apples (Orizzonti), voto 7.5. Una pandemia che cancella la memoria, e un protagonista che, nel cercare di ritrovare se stesso si infila in una serie di situazioni paradossali. Un'idea di partenza brillante, sviluppata forse al di sotto del suo potenziale, ma comunque efficace, sempre in sospeso tra farsa e dramma, commedia e tragedia.
The Book of Vision (Settimana della Critica), voto 6.5. Un esordio ambizioso per il regista italiano Carlo S. Hintermann: un libro che collega due storie a secoli di distanza, due approcci alla medicina diversi, uno scientifico, l'altro più spirituale. Un film in costume che sfocia a tratti nel fantasy, mescolando generi, piani temporali, e suggestioni. Sorretto da un cast in ottima forma, il film pecca di eccessi, cercando di unire troppi messaggi, linee narrative, e tematiche. Tuttavia, non si può che applaudire al coraggio di osare, persino di eccedere, soprattutto all'interno di una cinematografia nazionale che sembra spesso una triste fiera del già visto.
Quo Vadis, Aida (Concorso), voto 8. La storia del massacro di Srebrenica, raccontata dalla prospettiva di un'interprete bosniaca che lavora per le Nazioni Unite. Un film che è un pugno allo stomaco, una denuncia di impatto devastante sull'inerzia della Nato, girato con rigore e forza espressiva, senza sconti, e sorretto dallo sguardo stralunato e dalla grinta della bravissima protagonista, Jasna Đuričić.
Final Account (Fuori Concorso), voto 7.5. Un documentario sul nazismo costruito sulle memorie di chi il nazismo lo ha vissuto in prima persona: ex ufficiali delle SS, della Wehrmacht, guardie dei campi di concentramento, contabili. Persone che non hanno commesso in prima persona le efferatezze del regime, ma che sono costretti, ognuno a modo suo, a fare i conti con ciò che è accaduto intorno a loro senza che facessero niente. Un film potente, che mette i suoi protagonisti e, quindi, lo spettatore di fronte a dilemmi etici di difficile risoluzione, costringendoci a chiederci quanto sia facile essere "cattivi", e quando sia difficile eroi.
Amants (Concorso), voto 4.5. Un melodramma classico, troppo classico, con una sceneggiatura pigra e prevedibile e due protagonisti con scarsa chimica. Resta la bellezza di qualche immagine, ma è davvero troppo poco.
Pier e Simone
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