giovedì 10 settembre 2020

Telegrammi da Venezia 2020 - #4

 Quarto telegramma dalla Mostra del Cinema, che conferma la sua vocazione cosmopolita presentando opere dalle cinematografie di ogni angolo del mondo: Polonia, Hong Kong, USA, Giappone, Kazakhstan, Messico e, ovviamente Italia. 

Never Gonna Snow Again (Concorso), voto 7.5. Un film che si muove tra il teatro dell'assurdo e Lanthimos, che con tono ironico e paradossale esplora la vuota vita di un villaggio di super ricchi. Qui la recensione estesa scritta per Nonsolocinema.

Love After Love (Fuori Concorso), voto 6.5. Un ottimo melò, che non brilla per originalità ma per efficacia nell'esecuzione:  ben scritto, recitato, e fotografato. Da Ann Hui, però, già regista del magnifico A simple life, era forse legittimo aspettarsi a qualcosa di meglio, soprattutto sul piano delle emozioni.

Topside (Settimana della Critica), voto 8. Una madre e una figlia vivono nei tunnel abbandonati della metropolitana di New York: la bambina non ha mai visto la superficie, e ai suoi occhi i tunnel decrepiti e lerci sono ricchi di magia. Un racconto struggente, con una sceneggiatura eccellente e una regia magistrale, che ci accompagna in una risalita dai tunnel che ha il sapore della catabasi, dove l'inferno è in superficie e il paradiso giace nell'oscurità.

Wife of a Spy (Concorso), voto 4. Un film di spionaggio noioso, poco emozionante, con un solo colpo di scena interessante e scarsissima tensione. La fotografia e la ricostruzione del periodo pre Seconda Guerra Mondiale in Giappone sono scolastiche, e i bravi attori non bastano a salvare un film scialbo e senz'anima.

Le Sorelle Macaluso (Concorso), voto 7. Emma Dante torna alla Mostra, e lo fa con un adattamento della sua piece teatrale. Il film racconta la storia di una famiglia attraverso la memoria degli oggetti, dei gesti, dei segni del tempo: una caduta dalla grazia che arriva al termine di una giornata perfetta, e non cessa di manifestare i suoi effetti anche ad anni di distanza. Pur gravato da molti manierismi e artifici retorici superflui, il film arriva dritto al cuore, emoziona, e commuove.

Yellow Cat (Orizzonti), voto 7. Il film racconta le assurde avventure di un moderno Don Chisciotte che, inseguito dalla malavita locale, insegue a sua volta un sogno: aprire un cinema sulle montagne del Kazakhstan. Il film ha una prima metà fulminante, tra esilaranti imitazioni di Alain Delon e splendide situazioni surreali. Perde un po' di energia sul finale, ma riesce comunque a divertire e far riflettere.

Nuevo Orden (Concorso), voto 8. Un pugno allo stomaco, il film più emotivamente di impatto visto finora alla Mostra, che racconta un nuovo ordine politico che somiglia tremendamente al vecchio, e che forse era già lì, sotto la superficie, nascosto sotto un'apparenza di presentabilità che celava un mostro pronto a mordere, mutilare, e uccidere. La tensione rimane altissima per tutta la durata del film, la distopia è reale, troppo reale, terribilmente vicina al vero.

Pier 



Nessun commento:

Posta un commento