La resistenza è ridotta allo stremo, e il Primo Ordine dilaga sotto il nuovo comando di Kylo Ren. La galassia, tuttavia, viene turbata da una nuova minaccia. Da un suo angolo remoto e oscuro giunge una voce dal passato: è l'imperatore Palpatine, creduto morto, che giura vendetta! Sia Kylo Ren che Rey e quel che rimane della resistenza si mettono quindi sulle tracce del redivivo imperatore, anche se con scopi molto differenti.
Finire una saga non è mai facile: le aspettative sono elevatissime, e il rischio di lasciare i fan insoddisfatti è sempre molto alto. La missione è ancora più difficile se la saga in questione è la più popolare e longeva di sempre, quel Guerre Stellari che ha fatto sognare intere generazioni di spettatori, le cui aspettative hanno finito per stritolare persino il creatore stesso della saga. A questo aggiungiamoci il fatto di dover subentrare in corsa in un progetto che inizialmente avrebbe dovuto dirigere Colin Trevorrow, e il dover dar seguito a quel Gli ultimi Jedi che, se a parere di chi scrive è stato il migliore della nuova trilogia e una necessaria boccata d'aria fresca nella saga, a molti fan non è piaciuto proprio per nulla (ne abbiamo parlato in dettaglio qui).
Non era dunque facile la missione che attendeva J.J. Abrams, che aveva rilanciato con successo la saga firmando il primo capitolo della nuova trilogia, un mix ben riuscito tra la necessità di introdurre i nuovi personaggi (e, con loro, la saga a chi non la conosceva) e rassicurare i fan della prima ora sul fatto che avrebbero ritrovato le atmosfere amate. Chiamato all'impresa improba di cui sopra, Abrams ha risposto alla stessa maniera: rassicurando i fan. Laddove questa scelta aveva perfettamente senso in un primo capitolo che arrivava dopo anni di silenzio, la stessa scelta crea però problemi notevoli in un capitolo conclusivo, che dovrebbe tirare le fila di quanto visto fino a quel momento, senza introdurre troppi elementi nuovi in termini di personaggi e linee narrative. Abrams invece si fa prendere la mano dal fan service che aveva saputo così abilmente maneggiare in precedenza (anche fuori da Guerre Stellari), inserendo una serie di citazioni e ritorni eccellenti che sono soddisfacenti sul momento, ma che male si integrano con la trama del film e con la macrotrama della trilogia.
Questa ansia di compiacere i fan si traduce in un film ipercinetico ma troppo affrettato e frammentato, divertente in superficie ma con poca sostanza, che non lascia un attimo di respiro allo spettatore ma nemmeno ai personaggi e, soprattutto, alla trama, così densa di eventi e rivelazioni. I momenti potenzialmente emotivi vengono smontati poco dopo, e la ripetizione continua degli stessi meccanismi di suspense toglie progressivamente pathos alle successive situazioni dello stesso tipo.
Non aiuta che il fan service includa anche il rigetto ex post di alcune scelte di Johnson, che invece aveva costruito (per quanto a modo suo) sulle fondamenta gettate dallo stesso Abrams. La cosa di per sé non sarebbe un problema, dato che colpi di scena e ribaltamenti di prospettiva sono da sempre al cuore di Guerre Stellari (anche se, a parere di chi scrive, Abrams decide di rigettare una delle intuizioni migliori). Tuttavia, Abrams non dedica abbastanza tempo alla costruzione dei colpi di scena, né lascia agli spettatori il tempo per elaborarle e farle decantare: il risultato è un film che, se può soddisfare nel "cosa succede", lascia molto a desiderare sul "come" vengono costruiti e preparati i vari momenti chiave, con molte scelte che risultano inconsistenti e molto poco giustificate.
La scelta stessa di "resuscitare" Palpatine (già presente nel trailer) sembra appiccicata all'ultimo momento su una trama che sembrava destinata a una direzione diversa, e risulta così solo parzialmente soddisfacente: passato l'ovvio effetto nostalgia, resta pochino, e anzi ci si rende conto di come, per inseguire il ritorno a effetto, si sia di fatto demolito uno dei pilastri mitologici di Guerre Stellari 1 (più riuscito e convincente, invece, il ritorno di Lando, protagonista di alcuni dei momenti migliori del film).
Anche a causa di questa orgia di citazioni, rimandi, e colpi di scena forzati, l'evoluzione dei personaggi subisce una brusca battuta d'arresto, con il solo Kylo Ren a mantenere una parvenza di profondità, anche se il sospetto è che sia più per le doti recitative di Adam Driver (splendida, a livello emotivo, la sua ultima inquadratura) che grazie alla sceneggiatura.
Se Abrams perde un po' le fila della trama, non perde mai il controllo della sua creatura dal punto di vista visivo. Chi ama Guerre Stellari per la ricchezza visiva e inventiva nella creazione di alieni, pianeti, e astronavi non rimarrà deluso: il racconto per immagini è ricco, immaginifico e appagante, soprattutto nelle scene chiave, in cui riesce a regalare quelle emozioni e quei brividi che la trama invece offre solo raramente.
L'ascesa di Skywalker è una conclusione in tono minore della nuova trilogia, più per il percorso che segue che per le tappe che tocca. La fretta e la presenza di molti elementi non funzionali alla vicenda principale fanno sì che l'impatto emotivo sia notevolmente ridotto rispetto a quanto avrebbe potuto essere, e che la spinta innovativa che Episodio VIII aveva saputo creare (nel bene o nel male) venga subito esaurita in un ritorno alle origini e al "classico" che risulta però posticcio.
Rimane quindi un'occasione mancata di chiudere al meglio una trilogia che aveva comunque saputo creare nuovi temi e personaggi senza necessariamente sacrificare quelli del passato, e che anzi aveva saputo fare della tensione tra passato e presente uno dei suoi punti chiave. L'ultimo film chiude l'arco narrativo senza lasciare questioni irrisolte, ma lo fa in una maniera che finisce per deformare la strada seguita finora e tornare goffamente sui suoi passi - una brusca inversione a U che lascia un senso di incompiutezza laddove dovrebbe esserci appagamento.
Sopravvive, tuttavia, la magia di Guerre Stellari, capace di emozionare anche al termine di eventi che a livello razionale non convincono, ma che, grazie alle immagini, alla nostalgia, o alla Forza, riescono comunque in alcuni momenti ad arrivare al cuore.
** 1/2
Pier
1: Non è uno spoiler, dato che Palpatine è già annunciato nel trailer, ma leggete con cautela.
Un amico (grazie, N.G.) mi ha fatto giustamente riflettere su un punto chiave: il fatto che Palpatine sia ancora vivo significa che Anakin non era l'eletto, dato che non lo ha ucciso e dunque non ha riportato l'equilibrio nella Forza. Un cambiamento non da poco, e un tradimento della Saga ben più grave di quelli imputati a Rian Johnson. Strano che nessuno dei fan duri e puri (me compreso, sia chiaro) abbia sollevato tale obiezione già alla visione del trailer.
Nessun commento:
Posta un commento