Terzo telegramma da Venezia.
The Leisure Seeker (Concorso), voto 7.5. Primo film girato in lingua inglese per Paolo Virzì, ma quasi non ce ne si accorge: The Leisure Seeker ha la stessa freschezza, lo stesso delicato equilibrio tra dramma e commedia che caratterizzano i lavori migliori di Virzì, con il grandissimo valore aggiunto di due interpreti straordinari come Helen Mirren e Donald Sutherland, che ci piacerebbe vedere insigniti di una meritatissima Coppa Volpi di coppia. La storia di Ella e John, un'anziana coppia che fugge dalla malattia su un camper sgangherato, commuove e diverte in egual misura, e fa riflettere anche dopo la visione.
Ex Libris - The New York Public Library (Concorso), voto 5.5. Wiseman decide di raccontare la New York Public Library, ma lo fa senza dare voce a chi la frequenta e senza un chiaro filo conduttore. Il risultato è un film a tratti comunque interessante, ma molto meno riuscito e incisivo di altri suoi lavori. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema.
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (Concorso), voto 8.5. Una donna che vuole giustizia per la figlia violentata e uccisa; uno sceriffo con un cancro terminale; un poliziotto dalla dubbia morale e dall'ancor più dubbio acume: questi i protagonisti della splendida commedia nera di Martin McDonagh, già regista di In Bruges. Commedia nera rischia però di essere una definizione limitante per un film poliedrico come Three Billboards: scritto e girato divinamente, il film unisce anche satira e analisi sociale, e offre un ritratto perfetto e non banale della rabbia dell'America profonda, rispondendo alla domanda "da dove arriva Trump?" molto meglio di tanti sedicenti esperti, senza indulgere in lezioncine morali. Nessuno è completamente buono, nessuno è assolutamente cattivo: la verità, come sempre, sta nel mezzo. Superbi gli interpreti, da una Frances McDormand mai così tagliente e terribile a un Sam Rockwell perfetto nella parte del cattivo idiota in cerca di riscatto, al bel cameo di Peter Dinklage.
The Third Murder (Concorso), voto 7. Un thriller legale con tinte di dramma, che a dispetto della lentezza della narrazione riesce a raccontare con efficacia una storia che unisce tante solitudini in un unico, tragico destino. Kore-eda Hirokazu dimostra la solita sensibilità e grande abilità registica, creando alcune immagini davvero indimenticabili.
Al prossimo telegramma!
Pier
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