sabato 2 settembre 2017

Telegrammi da Venezia 2017 - #1

Come ogni anno, Film Ora è a Venezia, e vi accompagnerà per tutta la Mostra del Cinema con i suoi telegrammi, recensioni brevi dei film visti nelle varie sezioni.


Downsizing (Concorso), voto 7. Il nuovo film di Alexander Payne parte bene, con un'idea geniale trattata in modo brillante e divertente, con toni da satira sociale. Regge anche nella parte centrale, nonostante un deciso calo di ritmo, grazie soprattutto alla splendide prove di Christoph Waltz e soprattutto di Hong Chau, bravissima a muoversi tra comico e drammatico. Il terzo atto è però eccessivamente lungo e melenso, e finisce per diluire la forza di una sceneggiatura potenzialmente dirompente.

The Insult (Concorso), voto 5. Un processo tra un cristiano e un palestinese viene trasformato dai media in una questione nazionale. Idea interessante, ma realizzata in modo troppo didascalico. Qui la recensione estesa fatta per Nonsolocinema.

The Shape of Water (Concorso), voto 8. Forse la summa del cinema di Del Toro, il film racconta l'emarginazione attraverso una fiaba non convenzionale che è al tempo stesso storia d'amore, dramma sociale e divertito e amorevole omaggio al cinema delle origini, tra mostri con il cuore d'oro e musical dove si balla il tip tap. Del Toro unisce questi elementi con un tocco delicato e poetico, realizzando un film semplice e al tempo stesso complesso, in cui i toni da fiaba si uniscono alla cruda durezza del reale, alla ricerca della definizione stessa di umanità.

First Reformed (Concorso), voto 7.5. Film difficilmente inquadrabile, questo di Paul Schrader, fotografato con sapienza e narrato in modo irregolare, disordinato, quasi onirico. Schrader segue il difficile percorso, in bilico tra dannazione e redenzione, di un prete che non ha perso la fede in Dio ma quella in se stesso, e i cui demoni sono talmente forti da rendergli quasi impossibile esorcizzare quelli altrui. Il film tocca vette di lirismo e crudo realismo di grande impatto, ma scivola pesantemente in alcuni momenti, soprattutto nella scena finale.

Human Flow (Concorso), voto 7. Ai Weiwei, eclettico artista cinese, realizza un documentario urgente e necessario sull'immigrazione e i rifugiati in ogni parte del mondo. Didascalico senza essere pesante, d'impatto senza essere retorico, il film lascia la parola alle immagini e alle voci di chi è dovuto fuggire dalle persecuzioni e dalla guerra. Non offre alcuna soluzione né un ragionamento complessivo sul fenomeno, ma forse non era necessario farlo.

Lean on Pete (Concorso), voto 6. Periferie polverose, violenza, cavalli e verdi praterie: gli ingredienti del grande romanzo americano, che qui racconta la storia di Charlie, adolescente che si trova a diventare adulto prima del tempo. Il film non brilla per originalità, ma funziona e Charlie Plummer, il giovane protagonista, è una rivelazione.

Under the Tree (Orizzonti), voto 7. Tragedia dell'assurdo in cui un albero che fa ombra sul giardino di un'altra casa scatena una serie di eventi sempre più drammatici, in un'escalation di violenza apparentemente incontrollabile. Efficace, in grado di muoversi bene sul sottile confine tra assurdo e thriller.

Invisible (Orizzonti), voto 4.5. Film già visto e rivisto su adolescente in crisi in famiglia con problemi. Il tema è trattato con delicatezza ma con scarsa originalità, e alla fine ci si chiede cosa rimanga di quanto visto: purtroppo, ben poco.

Pier

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