venerdì 8 settembre 2017

Telegrammi da Venezia 2017 - #5

Ultimo telegramma da Venezia 2017, in attesa dei premi.


Mektoub, My love: Canto uno (Concorso), voto 6. Ho avuto molte difficoltà nel dare un voto a questo film. Il voto è la media tra il 9 che avrei dato al film per le intenzioni, e il 3 che merita per l'effettiva realizzazione. Attraverso gli occhi del giovane sceneggiatore Amid, Kechiche racconta l'estate di un gruppo di giovani che si ritrovano in una località balneare dell'Algeria, e riesce a cogliere appieno l'essenza infinita della gioventù: infinite possibilità, infinita energia, infinita sensualità, infinito desiderio di vita.
Peccato la gioventù che racconta sia quella di un mondo irreale e visto con occhio esclusivamente maschile, e in particolare quello di un uomo misogino e guardone: tutte le ragazze sono belle, bellissime, e sessualmente disinibite; il loro unico interesse è portarsi a letto il ragazzo e, perché no, la ragazza di turno; infine, nessun personaggio femminile ha una connotazione almeno vagamente positiva, laddove gli uomini brillano per solidarietà e supporto reciproco. Il 90% delle inquadrature è dedicato ai sederi delle giovani protagoniste, e a poco vale la scusa che quello sia lo sguardo del giovane Amid quando queste scene continuano anche quando lui non è presente. Il film, insomma, sembra una versione autoriale dei cinepanettoni vanziniani o dei film erotici di Tinto Brass. Questo finisce per privare il film della sua vera forza, ovvero la pretesa di realismo: laddove narrativamente il film convince e offre un ritratto splendido e vitale della gioventù, la sua misoginia nemmeno troppo celata fa cadere il velo della verità per regalarci quello che sembra il sogno erotico di un vecchio impotente, l'occhio invidioso di un anziano che modella la gioventù sulle sue fantasie sessuali.

Hannah (Concorso), voto 6. Pallaoro, ultimo italiano in concorso, racconta la solitudine di una donna in un film scarno di dialoghi ma ricco dal punto di vista visivo. Di Hannah non sappiamo quasi nulla, e forse in fondo la sua storia non è importante: ciò che importa è la sua solitudine, la sua quotidianità, la sua lotta per rifarsi una vita. Charlotte Rampling regge il film da sola grazie a un'interpretazione straordinaria per intensità, che compensa almeno in parte lo scarsissimo dinamismo e la non eccessiva originalità dell'opera.

Brutti e cattivi (Orizzonti), voto 5. La storia di come una banda di malviventi diversamente abili (uno non ha le gambe, una non ha le braccia, uno è un nano) tenta il colpo della vita parte benissimo, con un ritmo altissimo e una bella caratterizzazione dei personaggi che ricordano i primi lavori di Guy Ritchie. Tuttavia, giunti a metà il film si incaglia e, lentamente, affonda sotto il peso di una seconda parte lentissima e retorica, in cui accadono meno eventi che in 5 minuti della prima. Un vero peccato, sia per l'intelligente idea di partenza, sia per la buona prova degli attori, Claudio Santamaria su tutti.

Jim & Andy - The Great Beyond (Fuori Concorso), voto 9. Splendido documentario su come Jim Carrey si è calato nei panni di Andy Kaufman per il film Man on The Moon, che offre una profonda riflessione su arte e identità. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema.

The rape of Recy Taylor (Orizzonti), voto 7.5. Un bel documentario, sia a livello narrativo che realizzativo, che racconta un episodio poco noto ma decisivo nella lotta per l'emancipazione degli afroamericani. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema

A domani per il Totoleone!

Pier

2 commenti:

  1. aspetto i premi...
    solitamente qualcuno titolato me lo guardo, vediamo se anche quest'anno ne varrà la pena

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    1. Dubito vincerà premi in quanto più "commerciale" di altri, ma ti consigliamo di non perderti 3 Billboards. Speriamo che invece Foxtrot possa vincere qualcosa.

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