giovedì 1 aprile 2010

Happy family

Due famiglie in cerca d'autore



Ezio è uno scrittore che ha paura di vivere. E' sempre chiuso in casa, e la sua arte e i suoi personaggi sono la sua unica compagnia. Sta lavorando alla storia di due famiglie molto complesse: sedicenni che vogliono sposarsi, mogli sull'orlo di una crisi di nervi, padri indolenti o con gravi problemi di salute. A causa di un (immaginario) incidente in bicicletta, alla cena che riunisce alla stessa tavola figli e genitori finisce anche Ezio, che inaspettatamente troverà l'amore.

Happy family si muove tra il mondo della realtà e quello della finzione: è una riflessione sul cinema, ma anche sulla scrittura, sul rapporto tra personaggi e autore, che riprende l'opera pirandelliana e la fa incontrare con l'immaginazione felliniana. Ezio cresce e matura insieme alle sue "creature", imparando ad affrontare le novità della vita e i sentimenti.
Salvatores utilizza gli spunti proposti dall'8 1/2 di Fellini e li applica alla realtà della famiglia, ritraendone alla perfezione nevrosi e dinamiche di interazione e citando apertamente Wes Anderson e i suoi Tenenbaum. Il risultato è un film divertente e originale, non tanto nei contenuti quanto nelle scelte registiche e nel rapporto tra i due piani della trama.

I personaggi parlano spesso in macchina, come in una sorta di psicoterapia di gruppo che permette di dare a ciascuno di loro spessore e una forte caratterizzazione. Come Anderson, Salvatores crea scene a prevalenza monocromatica, usando i coloro come forma espressiva dello stato d'animo e delle situazioni che in protagonisti si trovano ad affrontare. La sceneggiatura è ben scritta e vivace, ed è sostenuta da una prova corale degli attori semplicemente eccezionale, con Abatantuono e Bentivoglio che meritano una menzione particolare insieme ai due protagonisti, un Fabio de Luigi sempre più convincente e l'ottima sorpresa Valeria Bilello.

Salvatores dimostra ancora una volta di essere un regista eclettico, con il raro merito di realizzare film sempre diversi ma sempre interessanti. Happy family è bello, vitale e originale, una vera boccata fresca nel panorama sempre uguale del cinema italiano. Non perdetelo.

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Pier

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