mercoledì 23 dicembre 2009

Rivediamoli - L'infernale Quinlan

Il thriller secondo Orson Welles



Anni '50, confine tra USA e Messico. Mike Vargas, un poliziotto messicano impegnato nella lotta contro i trafficanti di droga, è in luna di miele con la moglie . I due assistono per caso alla morte di un facoltoso imprenditore, la cui auto salta in aria appena attraversato il confine. La polizia americana chiama ad indagare sul delitto il capitano Quinlan, uomo dal carattere difficile e autoritario. Vargas decide di partecipare comunque alle indagini, durante le quali scopre che Quinlan ha prodotto una prova falsa e che questa pratica disonesta fa parte dei suoi abituali metodi di lavoro. Lo scontro tra i due diventa così inevitabile.

Il film è diretto e interpretato da Orson Welles, che fu chiamato a dirigerlo per farne un B-movie a basso costo. Riscrisse completamente la sceneggiatura e realizzò uno dei più complessi, ambiziosi e memorabili thriller di ogni epoca.
La trama è ricca di colpi di scena, tradimenti e voltafaccia sono sempre dietro l'angolo, e ogni personaggio mostra almeno due facce diverse nel corso del film: gli incorruttibili diventano corruttori, e i malvagi si rivelano nel giusto. Tutti i fili si intrecciano alla perfezione fino al gran finale, in cui ogni nodo si scioglie e giunge il momento della resa dei conti.

Il film è sorretto da un cast di attori a dir poco eccezionale: Charlton Heston presta il suo volto al protagonista, un poliziotto tutto d'un pezzo che dovrà venire a patti con la propria moralità; Janet Leigh è perfetta nel ruolo della vittima predestinata che la renderà poi celebre in Psycho; Welles è semplicemente eccezionale, così come Marlene Dietrich, che interpreta la cartomante unica confidente del rude ispettore.
Il personaggio di Quinlan precorre i tempi di almeno vent'anni ed è chiaramente l'antenato di quel poliziotto brutto, sporco e con un forte senso della giustizia che sarà reso celebre da Clint Eastwood nel ruolo dell'ispettore Callaghan. Il suo dramma interiore e la sua incapacità di accettare le regole lo rendono un personaggio da tragedia classica, il cui senso civile è in contrasto con la sua coscienza.

La regia di Welles si avvale di una fotografia straordinaria, fatta di inquadrature non convenzionali, continui cambi di messa a fuoco e piani sequenza memorabili: su tutti spicca quello iniziale, citato anche da Altman ne I protagonisti come il massimo esempio di questa tecnica. Welles riprende uno spostamento in auto per le vie di una città senza uno stacco di montaggio: l'inquadratura procede continua e serrata, come fosse l'occhio di un osservatore che si trova ad assistere alla scena.
Il bianco e nero è utilizzato con funzione espressiva: chiaro e nitido nelle scene movimentate, più sbiadito e torbido quando l'azione si concentra su Quinlan e sulle sue riflessioni , quasi a sottolineare l'ambiguità morale del personaggio. Un simile uso della fotografia era completamente rivoluzionario per l'epoca, tanto che fu utilizzato nuovamente solo molti anni dopo, quando Martin Scorsese realizzò Toro scatenato.

Il film presenta delle analogie tematiche con il capolavoro assoluto di Welles, Quarto Potere. In particolare, il personaggio di Quinlan e il suo bruciante desiderio di giustizia ad ogni costo richiamano la sfrenata ambizione di Kane: entrambi grandi uomini, entrambi frenati e distrutti da un demone più grande di loro.

L'infernale Quinlan è una pietra miliare del genere e del cinema in generale: la sua grande forza risiede nella capacità di essere ancora oggi moderno e rivoluzionario, una testimonianza vivente del genio cinematografico di quello che, a mio parere, è stato il più grande regista di tutti i tempi.

Pier

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