sabato 12 dicembre 2009

Dieci inverni

Incontri e destino a Venezia



1999: Camilla, giovane studentessa, si trasferisce a Venezia per frequentare l'università. Sul vaporetto che la deve portare nella sua nuova casa incontra Silvestro, un simpatico perditempo. Quando il ragazzo perde l'ultima corsa, Camilla acconsente ad ospitarlo, e scatta la scintilla. Ai due ragazzi serviranno però dieci inverni, tra fughe, malintesi e incontri casuali, per arrivare a comprendere la profondità del loro sentimento.

Il film d'esordio di Valerio Mieli riprende in chiave moderna il genere del melò, accompagnandolo alla commedia e al dramma: il risultato è un film originale ed emozionante, con momenti di grande artisticità.
Girato in una Venezia notturna e crepuscolare, che da sola varrebbe il prezzo del biglietto, Dieci inverni ricorda nelle atmosfere le Notti Bianche di Dostoevskij nella versione cinematografica di Visconti.
Anche il rapporto che nasce tra i due giovani ricorda quello descritto nel romanzo russo: un sentimento delicato, quasi effimero nella sua fragilità, che però a differenza di quello dostoevskijano si dimostra resistente al passare del tempo.
La città è senza dubbio una terza protagonista, e ci offre scorci sconosciuti e poetici, esaltati da una fotografia molto ben curata e di forte impatto.
La trama è sorretta da due ottimi attori, Isabella Ragonese e Michele Riondino: il secondo in particolare offre una prova poliedrica, regalandoci un personaggio a tutto tondo e molto coinvolgente.
Ad impreziosire ulteriormente il film ci pensa la colonna sonora firmata da Vinicio Capossela, che fa anche un breve cameo.

Mieli firma un eccellente opera prima: Dieci inverni è infatti un film realizzato con estrema passione e professionalità, in cui ogni elemento contribuisce a creare una trama e un'atmosfera estremamente credibili e coinvolgenti. Si finisce così per appassionarsi alla storia d'amore di questi due giovani, dolce ma problematica, desiderata ma sofferta: in una parola, vera.

***

Pier

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