sabato 19 dicembre 2009

La principessa e il ranocchio

La magia dei grandi classici



Tiana, giovane cameriera di New Orleans, ha un grande sogno: aprire un ristorante e diventare cuoca. Per raggiungerlo lavora senza sosta, senza concedersi un attimo di svago. Un giorno nella città del jazz sbarca il principe Naveen, donnaiolo impenitente, diseredato dalla famiglia e in cerca di un buon partito da sposare per mantenersi. Il giovane si lascia però ingannare dal mago Facilier, e viene trasformato in un ranocchio. Durante una festa di carnevale, Naveen scambia Tiana per una principessa, e lo implora di baciarlo per spezzare l'incantesimo: qualcosa va però storto, ed è Tiana a trasformarsi a sua volta in una rana.

Quelli passati sono stati anni bui per l'animazione disneyana classica, messa da parte in un vano tentativo di stare al passo con la nuova tecnica della computer grafica: è singolare che sia stato proprio il padre della Pixar, John Lasseter, a riconvertire gli studios della casa di Topolino al disegno manuale.

Il risultato è La principessa e il ranocchio, che entra a buon diritto tra i grandi classici Disney. Gli ingredienti ci sono tutti: disegni splendidi, colori sgargianti, musica trascinante e personaggi realistici e coinvolgenti. A questi si aggiunge una nuova maturità artistica ed espressiva, che aggiunge quel pizzico di poesia che era mancato ad alcuni degli ultimi film in due dimensioni: il personaggio di Ray, lucciola innamorata di una stella, è uno dei più belli mai creati nella storia dell'animazione.

La principessa e il ranocchio è la prima fiaba Disney ambientata in tempi moderni: la scelta si rivela vincente, in quanto New Orleans è lo sfondo perfetto per una storia a ritmo di jazz e blues, tra coccodrilli trombettisti e maghe cantanti. Moderna l'ambientazione, e moderni anche i personaggi: Tiana è volitiva, conscia del proprio potenziale e profondamente realista; il principe è al contrario un fannullone e un perditempo, dedito solo alla bella vita e alle belle ragazze. Una nota di merito merita il "cattivo", perfido come i grandi villains del passato e dotato di grande carisma.

La forza del film è la capacità di unire classico e moderno, creando così qualcosa di completamente nuovo ma comunque comunque legato alla tradizione: significativo in questo senso il chiaro richiamo a When you wish upon a star, una delle canzoni più celebri della tradizione disneyana, usata in Pinocchio e poi divenuta marchio di fabbrica degli studi.

La principessa e il ranocchio è una fiaba per tutti, per chi non ha mai smesso di sognare, e anche per chi deve ancora incominciare a farlo.

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Pier

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