martedì 17 novembre 2009
Howard Hawks - I dimenticati: puntata 7
La rubrica di oggi è dedicata ad Howard Hawks (1896-1977), uno dei grandi del cinema hollywoodiano, spesso ignorato dai nostri contemporanei. Regista poliedrico, in grado di affrontare con efficacia i generi più disparati, Hawks è senza dubbio uno dei personaggi chiave nell'evoluzione del mezzo cinematografico.
Nato in una famiglia benestante del Wisconsin, dopo la laurea Hawks si trasferisce a Los Angeles, dove inizia a lavorare nel mondo del cinema e conosce Douglas Fairbanks, uno dei più celebri attori dell'epoca.
Il suo esordio alla regia avviene quasi per caso, sostituendo il regista malato di un film in cui recitava la moglie di Fairbanks, Mary Pickford.
Per dirigere il suo primo vero film, tuttavia, Hawks deve aspettare la fine della Prima Guerra Mondiale, quando la Fox lo ingaggia per dirigere The Road to Glory.La vera svolta nella sua carriera avviene però nel 1932, quando Howard Hughes gli offre la regia del gangster-movie Scarface. Il film diventa un riferimento per il genere, grazie a una sceneggiatura molto forte per l'epoca, che affronta a viso aperto temi scottanti come la violenza e l'incesto. Hawks sfrutta al massimo le capacità recitative di Paul Muni, che interpreta Tony Camonte, chiaramente ispirato alla figura di Al Capone. Il film è anche migliore del pur ottimo (e più celebre) remake realizzato da De Palma.
Nel 1934 Hawks realizza Ventesimo secolo, una delle migliori commedie mai realizzate sul mondo dello spettacolo. La sua commedia migliore è però Susanna (1938), in cui lo scontro tra i sessi viene trattato con uno spirito e una verve eccezionali, grazie anche alle splendide prove di Katharine Hepburn e Cary Grant. Memorabili in particolare le scene con il leopardo, veri e propri pezzi di bravura di attori e regista.
Tra il 1943 e il 1944 Hawks cambia decisamente genere, e gira due film di notevole interesse: il primo, Arcipelago in fiamme, è un bellico molto profondo, in cui i protagonisti sono i membri della squadriglia aerea B-17, che arriva disarmata a Pearl Harbour proprio nel momento dell'attacco giapponese; il secondo, Acque del sud, sfrutta appieno il carisma dei due protagonisti, Humphrey Bogart e Lauren Bacall. Bogart è un cinico avventuriero della Martinica che, spinto anche dal fascino della Bacall, decide di aiutare i partigiani francesi contro il regime di Vichy.
Il vero capolavoro di Hawks, tuttavia, doveva ancora arrivare: nel 1946 il regista realizza Il grande sonno, il miglior noir della storia del cinema, ancora con Bogart e la Bacall. Hawks riesce a fondere suspence, ritmo, ironia e seduzione, creando un cocktail perfetto, in cui tutti sono colpevoli e nessuno lo è veramente. Una vera pietra miliare, che colpisce ancora oggi e che presenta due attori in stato di grazia.
Negli anni successivi, Hawks si dedica con successo ai generi più disparati, dalla commedia, con Gli uomini preferiscono le bionde (1953), al western, con Un dollaro d'onore (1959. Quest'ultimo è considerato uno dei capisaldi del genere e si distingue per l'ottima prova di Dean Martin, aiuto-sceriffo ubriacone, e per le musiche, in particolare il celebre motivo del deguello di Tiomkin.
Hawks è stato senza dubbio uno dei registi che più hanno influenzato i loro successori: la sua poliedricità è stato un marchio distintivo che allora pochi potevano permettersi, ed è stato uno dei punti di riferimento per l'affermazione del regista come autore. La sua capacità di affrontare temi così diversi rimanendo sempre fedele ai suoi temi prediletti rendono Howard Hawks uno dei primi veri registi moderni.
Alla prossima settimana!
Pier
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