giovedì 22 gennaio 2009

Benjamin Button e The Millionaire in testa


David Fincher con il suo attesissimo "Lo strano caso di Benjamin Button" e Danny Boyle, fresco fresco di un Golden Globe per il film "The Milionaire" si contendono il premio di film con piu' statuette del 2009. Il primo vanta ben tredici candidature,e ispirandosi al racconto di Scott Fitzgerald del 1922, narra la vicenda di un uomo il cui ciclo di vita e' capovolto, nascendo anziano e ringiovanendo nel corso degli anni. Il secondo film di Danny Boyle, ottenuti riconiscimenti di critica e pubblico, racconta le sorti di un povero ragazzo indiano che vince un'ingente somma di denaro ad un quiz televisivo. A seguire con "solo" otto nomination troviamo "Il Cavaliere Oscuro" di Cristopher Nolan e "Milk" di Gus Van Sant.

Da queste candidature si intravede, forse per la prima volta, il primo riconoscimento di Hollywood ai cosidetti "giovani" registi (si fa per dire, Fincher ha 47 anni, Nolan 39 e Boyle addiritura 55). Tutti e tre, infatti, si sono fatti conoscere al grande pubblico a partire dalla meta'/fine degli anni '90. David Fincher, regista cupo e tormentato, amante dei thriller psicologici e visionari, si e' fatto conoscere nel 1995 con "Seven" e ha consolidato la sua fama come nuovo regista hollywodiano nel 1999, con il film tratto dal romanzo di Chuck Palahniuk "Fight Club".
Danny Boyle esordisce con il suo primo lungometraggio solo nel 1994, ma sara' due anni piu' tardi, con "Trainspotting" (1996), che il regista otterra' fama e successo.
E infine Nolan, il piu' giovane dei tre, ma , probabilmente, quello con piu' capacita' filmiche. Chi non ricorda lo splendido "Memento", girato a soli 30 anni e in soli 25 giorni, dove si la storia si sviluppa in blocchi che vanno indietro nel tempo, disorientando lo spettatore costringendolo a immedesimarsi nello sforzo del protagonista di scoprire se stesso.

Accanto a questa nuova generazione di registi che ha solo 15 anni, se ne contrappone una di ben piu' fama ed esperienza. Gus Van Sant e Ron Howard sono registi con una decina d'anni di girato in piu', iniziando durante la meta' degli anni '80. Come gli Oscar ci hanno sempre abituati, il piu' talentuoso dei due, Van Sant, e' quello all'asciutto di statuette, mentre Howard vinse nel 2002 con "A Beautiful Mind". Van Sant e' un regista tormentato, che personalmente io apprezzo molto; e' crudo, freddo e violento. Nei suoi film, egli racconta il disagio giovanile dei ragazzi americani di provincia. Lo abbiamo visto in "Paranoid Park" e in "Elephant", dove il regista si trasforma in gelido narratore di fatti traviati e maniacali, ma ancor di piu' aumenta la sua crudezza nei suoi primi film "Cowboy Drugstore" e "Belli e Dannati", dove, in alternanza ad immagini stile Pink Floyd, il regista dipinge uno squallido scenario di cittadina di provincia americana con la neutralita' e normalita' che lo hanno sempre contradistinto. Ron Howard e' un mediocre, classico regista americano della piu' tradizionale classe hollywodiana sopravvalutata, capace, sì, di sfornare campioni d' incassi, ma di lasciare ben poco agli spettatori.

Sorpresa, anche se non troppo, e' la candidatura di Head Ledger, morto un anno fa a 28 anni, come attore non protagonista per il bellissimo film di Nolan. Anche se si potrebbe pensare ad un atto di carita' dell'Accademy, la candidatura e' assolutamente meritata per una grande interpretazione del Joker nell'ultimo film di Batman.

Infine, tra gli attori protagonisti il duello sara' tra Sean Penn, attivista gay nel film di Van Sant "Milk", e Brad Pitt, protagonista invecchiato nella commedia di Fincher. Come attrici, l'ha spuntata la Winslet nel film "The Reader" e Meryl Streep (potenzialmente il suo terzo oscar) per il film impegnato "Il Dubbio".

Scandalosa l'esclusione da miglior film e regia del film di Clint Eastwood "Changeling" e sorprende un po' anche la mancanza del film di Woody Allen "Vicky Cristina Barcelona".

Per vedere tutte le candidature andate al sito http://www.oscar.com/nominees/?pn=nominees .

Attendiamo con trepidazione il 22 febbraio.

Alessandro

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