lunedì 24 aprile 2023

I Tre Moschettieri - D'Artagnan

Stoccate che vanno a segno


D'Artagnan, giovane Guascone, vuole diventare un moschettiere del re Luigi XIII, e per questo si reca a Parigi, deciso a mettersi al servizio del capitano de Tréville. Durante il viaggio assiste a un rapimento, e al suo arrivo nella capitale litiga con ben tre moschettieri del re, che lo sfidano a duello. Questi eventi saranno solo l'inizio di una serie di rocambolesche avventure che lo porteranno a confrontarsi con intrighi di palazzo, guerre di religione, e relazioni sentimentali pericolose.

I tre moschettieri è uno dei romanzi d'avventura più celebri, ed è quindi stato oggetto di innumerevoli tentativi di adattamento, quasi tutti a opera di Hollywood (l'ultimo adattamento francese risaliva al 1953). La storia si presta facilmente alla trasposizione filmica grazie a personaggi ben caratterizzati e al tourbillon di avventure, rivelazioni, e amori proibiti. 

La scrittura di Dumas è, in sintesi, incredibilmente adatta al gusto dell'entertainment contemporaneo. Ciononostante, i precedenti adattamenti più recenti avevano fallito miseramente il tentativo di rendere appieno la gioiosa palpitazione trasmessa dalle pagine, oscillando tra due estremi opposti: da una parte la spettacolarizzazione a tutti i costi, che finiva per svilire le caratterizzazioni dei personaggi e sacrificare gli elaborati intrighi concepiti da Dumas sull'altare della semplificazione; dall'altra una scarsa attenzione alle scene di combattimento, realizzate con standard vecchi e stantii che sfiguravano di fronte all'evoluzione del genere di anni recenti.

I Tre Moschettieri - D'Artagnan supera d'un balzo tutti questi difetti, presentando scene d'azione spettacolari e personaggi memorabili e caratterizzati con grande fedeltà. I pochi cambiamenti presenti vengono incontro al gusto contemporaneo, ma sono sorprendentemente coerenti sia con lo spirito del romanzo originale, sia con la personalità dei personaggi che vanno a toccare. I combattimenti e gli inseguimenti sono girati con grande fluidità, utilizzando virtuosi piani sequenza che immergono lo spettatore nel duello, facendogli percepire il pericolo, le stoccate, il fango e il sangue. Il regista Martin Bourboulon dimostra di aver imparato la lezione dei migliori action movie degli ultimi anni, e gira l'azione con una chiarezza e una nitidezza che aumentano lo spettacolo. Anche l'attenzione alle scenografie è eccellente, e si sposa alla perfezione con una fotografia crepuscolare (numerose le scene notturne o a lume di candela) che però non sacrifica mai la nitidezza dell'immagine. 

Azzeccatissimo anche il cast, dai volti noti come Garrel, Cassel (un Athos da antologia il suo, dolente e fiero come dovrebbe essere) e Eva Green (difficile immaginare una Milady migliore) ai meno conosciuti Francois Civil (un d'Artagnan semplicemente perfetto, guascone al punto giusto), Romain Duris (un Aramis donnaiolo e intrigante come Dio comanda) e Pio Marmaï (un Porthos meno imponente che in altri adattamenti, ma viveur e scoppiante di energia come nelle descrizioni di Dumas). Si distinguono, e non è poco, considerando alcune esperienze precedenti, anche le due protagoniste femminili: una Vicky Krieps sempre perfetta nei film in costume (la ricorderete ne Il filo nascosto) che dona grande spessore alla sua regina Anna, e una Lyna Khoudri che riesce a dare personalità e vitalità all'altrimenti piatto personaggio di Constance. 

Qualcuno potrebbe lamentare la natura di "puro intrattenimento" del film, e non avrebbe torto: non ci sono certo grandi tematiche o riflessioni filosofiche, se non molto in superficie. Tuttavia, sarebbe un rimprovero ingiusto, perché tale è la natura del romanzo di partenza, un feilluetton in piena regola, che fa dell'avventura e dell'intrattenimento la sua cifra. I Tre Moschettieri - D'Artagnan ha, dunque, un solo difetto, quello di finire un po' troppo in medias res (ma non è il primo adattamento di Dumas a farlo): una scelta comprensibile vista la mole di materiale, ma che potrebbe lasciare spiazzato chi non conoscesse già la vicenda narrata. 

La qualità del primo capitolo, tuttavia, dovrebbe far sì che rimanga l'acquolina in bocca per vedere il secondo, previsto per il Natale di quest'anno. Rimane una scommessa rischiosa da parte della produzione: ma, come ci insegnano i moschettieri, che cos'è la vita senza un po' di rischio? Auspichiamo che paghi i dividendi sperati, e porti all'adattamento anche di Vent'anni dopo e, soprattutto, de Il Visconte di Bragelonne, forse il più bel capitolo della saga e quello fin qui più bistrattato dalla settima arte.

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Pier

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