mercoledì 17 febbraio 2010

Amabili resti

Poesia e confusione



Peter Jackson, carico di gloria dopo la trilogia del Signore degli Anelli, torna dietro la macchina da presa, e lo fa per dirigere un film molto diverso da quelli cui ci aveva abituato.

Amabili resti affronta un tema comune, la perdita di una persona cara, ribaltando però completamente la prospettiva: a narrare la storia è infatti Susan, la giovane ragazza uccisa, che in una sorta di flusso di autocoscienza ricostruisce i sentimenti provati dopo la morte e la sua permanenza in una sorta di limbo (chiamato, ironia della sorte, Terra di Mezzo) per quei defunti che hanno ancora conti in sospeso.

Il film crea un curioso mix tra fantasy e thriller, facendo oscillare lo spettatore tra il sogno e una tensione forte e palpabile. Le scene di suspence regalano senza dubbio i momenti migliori, anche se sono certamente apprezzabili anche le ricostruzioni della Terra di Mezzo, in particolare l'albero che rappresenta la porta per il paradiso. La fotografia è molto ben curata, e utilizza sapientemente luci e colori per rappresentare gli stati d'animo della protagonista.

Le scene di livello create da Jackson sono però appesantite dall'eccessivo quantità di elementi che il regista ha voluto inserire nel film: alcune scene sono di troppo, e alcuni personaggi (come quello della nonna, pur magnificamente interpretato da Susan Sarandon) assolutamente non necessari.
La ridondanza finisce per rendere il film poco scorrevole in alcuni punti e fa perdere di vista la linearità della trama.

Ad appesantire ulteriormente il tutto contribuiscono gli attori che interpretano i genitori di Susie, il monoespressivo Whalberg e l'insulsa Rachel Weitz, che si permette di rifiutare i kolossal quando dovrebbe ringraziare di trovare ancora qualcuno che la fa lavorare.

Tanto sono scialbi e poco empatici i due adulti, tanto la giovane protagonista è brava e convincente, e offre una prova di grande talento che lascia presagire per lei una lunga e fortunata carriera. Merita una menzione anche la prova di Stanley Tucci, che interpreta l'assassino della ragazza.

Amabili resti ha un ottimo spunto di partenza, che però non riesce a sviluppare al meglio, finendo per perdersi tra mille sottotrame diverse e assolutamente non necessarie. E il finale, che cita un altro celeberrimo film di "fantasmi", è francamente rivedibile, per non dire stucchevole.
Peccato, poteva essere una bella sorpresa.

**1/2

Pier

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