Un supereroe smemorato, che a poco a poco riscopre la sua identità - una scoperta, questa, che lo costringerà a compiere una scelta lacerante; la scoperta, l'ennesima, di avere poteri ancora più grandi di quanto creduto in precedenza.
Se questa trama suona familiare è perché lo é: è la base di praticamente qualunque film, fumetto e cartone animato uscito negli anni Novanta, da Dragonball in poi. E, per quanto Captain Marvel sia ambientato negli anni Novanta (una delle poche scelte originali e riuscite), siamo ormai nell'anno 2019: di origin stories di supereroi ne abbiamo viste fin troppe, e raccontare la storia a ritroso non può bastare per ridare originalità a una forma trita e ritrita. E no, il sesso della supereroina non può e non deve essere considerato un elemento distintivo della trama, e confidiamo che anche la Marvel la pensi nello stesso modo.
Non è un caso che le parti migliori del film siano quelle ambientate sulla terra, quando finalmente il film si distacca dall'archetipo in cui si è autoimprigionato per diventare una sorta di Men in Black in salsa supereroistica, con Nick Fury (un Samuel L. Jackson ringiovanito in modo incredibilmente realistico dalla CGI, forse la cosa più sorprendente del film) a fare da mattatore e Captain Marvel, alias Carol Danvers, finalmente libera dalle pastoie di un addestramento militare visto e rivisto e del classico trauma dell'eroe smemorato.
Samuel L. Jackson e Brie Larson hanno una chimica innegabile, ed è un piacere vederli interagire sullo schermo: i loro dialoghi sono uno dei punti di forza del film, e ciò che riesce a dargli una caratterizzazione che lo differenzia da quanto visto in passato. In generale le trovate comiche sono ottime, dalle gag con il gatto Goose, forse il vero mattatore del film, ai dialoghi con gli Skrull.
Per il resto la sceneggiatura è abbastanza piatta, soprattutto nella prima metà, con colpi di scena che non sono tali e una certa lungaggine nelle vicende narrate. A questo si aggiunge una regia pedissequa e poco ispirata, che manca del ritmo di un Ant Man o della scanzonatura dei Guardiani della Galassia, e si limita a eseguire il compitino.
Captain Marvel strappa una sufficienza risicata, forse non tanto per sue colpe specifiche, quanto per il fatto di arrivare fuori tempo massimo, in un mercato saturo di supereroi. Poteva però essere l'occasione per provare qualcosa di nuovo, una variazione sul tema che consentisse alla Marvel di introdurre un personaggio fondamentale per il prosieguo degli Avengers, ma che al tempo stesso ci portasse in territori inesplorati a livello narrativo e visivo (cosa che, ad esempio, Doctor Strange aveva almeno provato a fare).
Il film risulta quindi solo un enorme déjà vu, un prodotto di intrattenimento ben confezionato, ma destinato a essere dimenticato non appena usciti dalla sala.
**1/2
Pier
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