Anche quest'anno, Filmora è a Venezia, e vi offrirà le recensioni brevi di tutti i film visti. Come ormai da un paio di anni, Filmora collabora con NonSoloCinema, per cui scrive recensioni estese, che verranno linkate in questi post.
Primi giorni all'insegna dei film di denuncia, con due pellicole eccellenti che spiccano tra le altre.
Beasts of No Nation (Concorso), voto 8.5. Un pugno allo stomaco: non c'è altro modo per definire il film di Cary Fukunaga, conosciuto al grande pubblico per la regia della prima stagione di True Detective. Il suo racconto della storia di un bambino soldato in Africa Occidentale colpisce per durezza, incisività e lucida consapevolezza di una realtà insopportabile e troppo spesso ignorata. Girato divinamente e scritto in modo asciutto e scevro di retorica, è destinato a entrare nella storia del cinema di guerra, nonostante la lunghezza leggermente eccessiva. Ottima prova di Idris Elba. Prodotto da Netflix, il film uscirà online e non in sala: una ragione in più per non perderselo.
Spotlight (Fuori Concorso), voto 9. Se Beast of No Nation colpisce dritto allo stomaco, Spotlight va dritto al cuore e al cervello, creando un fremito di indignazione che cresce fino ad esplodere nel finale. Il film racconta come il gruppo Spotlight, il team investigativo del Boston Globe, abbia portato alla luce lo scandalo dei preti pedofili di Boston, in cui la Chiesa aveva coperto gli abusi mettendo tutto a tacere per anni. Grazie a questa serie di servizi, il gruppo Spotlight si è aggiudicato il premio Pulitzer. Un film che scava senza paura in un tema scottante e su cui c'è ancora tanto da dire, in cui i colpevoli sono rimasti impuniti e in cui le vittime hanno subito una violenza non solo fisica, ma anche spirituale, che il film trasmette magistralmente allo spettatore. Scritto e diretto da Tom McCarthy, uno dei migliori autori del panorama indipendente statunitense (suoi, tra gli altri, The Station Agent e The Visitor), si avvale di un cast stellare, in cui spiccano Mark Ruffalo e Michael Keaton.
Neon Bull (Orizzonti), voto 4. Un film con una bella ambientazione, con personaggi grotteschi e reali, in bilico tra Fellini e commedia all'italiana, e una bella fotografia. Perché il 4, chiedete? Perché non sviluppa alcuna linea narrativa, procedendo in modo casuale, senza raccontare una storia, un personaggio, nulla. Peccato, le premesse erano buone.
Francofonia (Concorso), voto 6. Sokurov torna a Venezia, dopo il leone ricevuto per il Faust, e lo fa con un film altamente sperimentale, in cui il documentario si mescola alla finzione, alle fotografie d'epoca, al rapporto tra vero e filmato, storia e Storia, regista e film. Il protagonista è il Louvre, che assurge a simbolo della civiltà francese. Il risultato non convince fino in fondo, in quanto tradisce una mancanza di visione d'insieme che non può essere salvata dallo splendido uso di luci e musiche, soprattutto a causa di alcune scelte davvero stucchevoli (il personaggio della Marianna). Un film imperfetto, che forse per questo potrebbe piacere agli amanti dell'arte, ma poco riuscito dal punto di vista cinematografico.
Looking for Grace (Concorso), voto 7. Il film racconta con un tocco surreale e malinconico la fuga da casa di una ragazzina, e il viaggio affrontato dai genitori e da un detective privato per rintracciarla. Delicato e vero, il film regala uno spaccato di vita vissuta che non può fare a meno di divertire ed emozionare.
Un Monstruo de Mil Cabezas, voto 5. Qui la recensione completa su NonSoloCinema.
Per il primo telegramma è tutto, alla prossima!
Pier
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