lunedì 1 settembre 2014

Telegrammi da Venezia 2014 - #3

Terzo telegramma da Venezia, con molti film, del concorso e non.


She's Funny That Way (Fuori Concorso), voto 9.5. Il ritorno di Peter Bogdanovich, uno dei geni della commedia sofisticata made in USA (L'ultimo spettacolo, Paper Moon, Ma papà ti manda sola, e tant altri), è semplicemente strepitoso. Elegante, esilarante, ben recitato, il film non concede una pausa, e diverte facendoci riscoprire il piacere del racconto e dell'arte di raccontare. Una bella storia è migliore della verità, dice la protagonista (la rivelazione Imogen Poots), e noi concordiamo. Il finale è una perla assoluta.

The Humbling (Fuori Concorso), voto 6.5. Adattare i romanzi di Roth non è mai semplice, dato che significa trovare un espediente efficace per tradurre in immagini i suoi flussi di coscienza. Levinson riesce nell'impresa consegnando il film nelle mani di Al Pacino, che gigioneggia in modo irresistibile nei panni di un grande attore che ha perso il suo talento. Oltre a Pacino, però, c'è poco altro, e il film risulta interessante ma abbastanza superficiale.

Hungry Hearts (Concorso), voto 3/4. Costanzo dimostra ancora una volta di essere un ottimo creatore di immagini (anche se questo è forse il suo film più debole, in questo senso) ma uno sceneggiatore scadente, soprattutto nella costruzione dei personaggi. Il film inizia con una scena a tema scatologico che starebbe bene in un cinepanettone, e prosegue con il racconto della crescente pazzia di una madre che, per mantenere puro il figlio neonato, finisce per non nutrirlo. La parte della madre è affidata ad Alba Rohrwacher, come tutti i ruoli di donne disturbate negli ultimi cinque anni di cinema italiano, che offre una prova monocorde, con un viso sempre in bilico tra pianto ed espressione di disprezzo, anche quando il copione non lo richiede. Il film si regge quindi sulle spalle di Adam Driver, per cui passare dal set di Scorsese o del nuovo Star Wars a lavorare con la Rohrwacher deve essere stato un trauma non da poco.

The Cut (Concorso), voto 7. Film di forte impatto emotivo nella prima parte, The Cut si perde in lungaggini nella seconda, risultando comunque interessante nel suo racconto dell'odissea di un padre armeno alla ricerca delle figlie dopo la dissoluzione dell'Impero Ottomano. Akin dirige con il consueto rigore, tratteggiando un protagonista che tocca il cuore dello spettatore.

The Boxtrolls (Fuori Concorso), voto 7.5. Terzo film d'animazione per gli studios Laika, che racconta una storia di emarginazione e persecuzione razziale travestendola da favola per bambini, in cui dei troll dal cuore d'oro vengono cacciati dagli abitanti di un paesino sonnacchioso. Il film funziona, tra momenti comici e drammatici, e gli adulti non mancheranno di notare gli inquietanti e ben costruiti richiami ai regimi totalitari del XX secolo.

Senza nessuna pietà (Orizzonti), voto 4.5. Noir italiano ben girato, ma con una trama molto banale. Qui la recensione completa.

Loin des hommes (Concorso), voto 7.5. Tratto da un racconto di Camus, questo western atipico è sorretto da una fotografia eccellente e da un ottimo Viggo Mortensen, che recita in francese e in arabo. Manca però il coinvolgimento emotivo. Qui la recensione completa.

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