giovedì 10 settembre 2009

Il grande sogno

Il '68 di Michele Placido



Roma, 1968. Nicola, giovane poliziotto, vorrebbe fare l’attore. Verrà coinvolto suo malgrado nei movimenti di contestazione giovanile, dove si innamorerà di , invaghita però del leader del movimento studentesco, Libero.

Le contestazioni a Placido, reo secondo alcuni di aver con questo film “tradito” il ’68, sembrano davvero fuori luogo: il regista non vuole infatti raccontare il ’68 in generale, ma il suo ‘68 personale e privato. Lo fa raccontando il progressivo coinvolgimento di una famiglia e di un ragazzo nei movimenti di contestazione, un coinvolgimento che segnerà una profonda crisi nei loro rapporti personali.

Il grande sogno è un classico film narrativo, senza alcuna pretesa artistica a livello registico: la storia di Nicola è raccontata in modo neutrale e distaccato, con pochissimi giudizi sui protagonisti e le loro azioni.
Unica eccezione il finale, dove Placido pecca un po’ troppo di sentimentalismo.

Quello che resta è un film senza dubbio non eccezionale, ma comunque godibile, con ottime prove sia dei protagonisti, Scamarcio compreso, sia dei comprimari, tra cui si può ammirare uno splendido Silvio Orlando.
Placido si dimostra così ancora una volta un eccellente “direttore di attori”, dote peraltro già dimostrata in Romanzo Criminale.
Ciò che forse manca sono la vitalità e la leggerezza presenti invece in altri film sul tema, come ad esempio Mio fratello è figlio unico.

Il film di Placido non racconta un periodo storico, racconta un sogno: un sogno di libertà e di cambiamento, che ancora oggi divide le platee e scalda gli animi, e che ha cambiato la società, anche se forse non come desideravano i suoi sostenitori.
Il problema è che poco arriva allo spettatore dello spirito di quel tempo: resta comunque una storia interessante e solida, anche se priva di emozioni.

** 1/2

Pier

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