giovedì 28 dicembre 2023

Wish

Magia di riflesso


Il regno di Rosas vive in pace e armonia grazie alla magia di Re Magnifico. Tutti i sudditi, al compimento della maggiore età, affidano i propri sogni al Re, affinché li custodisca e, in rari casi, li realizzi. Asha è una giovane che ambisce a diventare l'apprendista di Magnifico. Proprio quando pensa di aver ottenuto la posizione, tuttavia, scopre qualcosa che cambierà la sua percezione di Rosas, della magia, e del mondo. Decide allora di esprimere un desiderio a una stella...

Wish è un lungometraggio che nasce con una sfida impossibile: raccontare una storia originale e divertente, e al tempo stesso celebrare i 100 anni della Disney, e in particolare del suo comparto di animazione. A Wish si chiedeva di sposare novità e tradizione - anzi, peggio: novità e celebrazione, cambiamento e conservazione. 

L'impresa, improba, non riesce, ma non merita il dileggio cui è stata sottoposta dai critici statunitensi (in Italia siamo stati più equilibrati). A livello narrativo e musicale, Wish non riesce certo a essere la summa maxima del canone disneyano. La storia è leggerina, adatta a far sognare e intrattenere i più piccoli, con poche gemme per gli adulti (anche se la tematica centrale - il non rinunciare ai propri sogni - sicuramente risuonerà di più tra i genitori che tra figlie e figli). 

Wish rimane vittima del suo tentativo di omaggiare i suoi predecessori, con il risultato che siamo lontanissimi dalla profondità tematica e della vivacità dei lavori più recenti come Encanto o Oceania, per finire dalle parti di Frozen 2, con la differenza che qui la storia, in teoria, è originale. Qualche tema è interessante (il collettivo che sconfigge il singolo, con punte rivoluzionarie sorprendenti per la Casa del Topo), ma non abbastanza per sollevare il film oltre la soglia della sufficienza. Non aiuta una narrazione sbilanciata che, a parere di chi scrive, rivela troppo presto le sue carte, facendo perdere tutto il pathos a un colpo di scena (già spoilerato nel materiale promozionale) che aveva il potenziale di essere sconvolgente.
Anche la colonna sonora, pur orecchiabile, si dimentica facilmente, e non presenta nessuna traccia iperorecchiabile in grado di piantarsi in testa come Let It Go, You're Welcome, o We Don't Talk about Bruno.

A livello visivo, invece, il film è una degna celebrazione della storia della Disney: una storia di innovazione continua, spinta inizialmente dal genio di Walt ma poi proseguita, seppur a fasi alterne, per tutta la sua storia. Wish porta finalmente in un lungometraggio la tecnica inventata proprio dalla Disney con il corto Paperman, che permette di unire la qualità artistica del disegno manuale alla tridimensionalità della computer grafica - tecnica abbondantemente usata al cinema da altre produzioni, ma per qualche strano motivo mai adottata dai suoi stessi inventori. Il risultato è un film che sembra un quadro in movimento, in cui ai colori esuberanti di Encanto (e della produzione disneyana in generale) si sostituiscono colori più soft e caldi, che sembrano usciti da un film Ghibli, e che conferiscono a Wish un aspetto acquerellato e accogliente. Il disegno dei visi ha una qualità pittorica che conferisce espressività senza sacrificare la tridimensionalità. Un risultato, insomma, che omaggia il passato ma proietta la Disney nel futuro, esattamente come ci si poteva aspettare dal film del centenario.

Wish non brilla per originalità narrativa ma riesce comunque a intrattenere anche i più adulti, e presenta un'animazione innovativa che dimostra la continua vitalità creativa di una casa che esiste ormai da 100 anni. Era lecito aspettarsi qualcosa di più, certo, ma rimane un film che, pur dovendo barcamenarsi tra evidenti necessità commerciali e di marketing, riesce a trovare un proprio cuore emotivo che, se non fa sgorgare le lacrime, certamente riesce a riscaldare il cuore. È, in sintesi, un buon film delle feste, che strappa la sufficienza e non merita di essere massacrato né di essere derubricato alla visione streaming.

***

Pier

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