domenica 1 settembre 2024

Telegrammi da Venezia 2024 - #3

Terzo telegramma da Venezia, tra film che sembrano canzoni di Jannacci, sparizioni illustri sotto la dittatura, maestri giapponesi, una "buddy cop" comedy rovesciata, e la testimonianza di un momento raro: la nascita di un capolavoro.


La Storia del Frank e della Nina (Orizzonti Extra), voto 8. Una fiaba contemporanea che sembra uscita da una canzone di Jannacci, che racconta gli invisibili (per scelta e per la società) e il disagio di una generazione con dolce creatività, immergendoli in una Milano sconosciuta, lirica, e bellissima.

Miyazaki, Spirito della Natura (Classici Doc), voto 6. Buon documentario per chi vuole conoscere la poetica e l'opera di Miyazaki. Per chi è già esperto nell'opera del maestro giapponese c'è poco, ma i materiali d'archivio sono comunque interessanti.

The Brutalist (Concorso), voto 10. The Brutalist è un film per cui non è fuori luogo l'abusata parola "capolavoro". Corbet ha realizzato un'opera destinata a fare la storia della settima arte, un film creativo, emotivo, cerebrale, che toglie il fiato per ambizione, portata, complessità a qualunque livello - narrativo, visivo, musicale, sonoro. Qui la recensione estesa scritta per Nonsolocinema.

Wolfs (Fuori Concorso), voto 7.5. Bell'incrocio tra gangster movie e cop comedy, con Clooney e Pitt che interpretano due "Mr. Wolf" che risolvono problemi e si trovano a dover collaborare quando vengono chiamati per risolverne uno. Watts scrive e dirige un film divertito e divertente, che gioca con gli stilemi del genere senza risultare banale.

Ainda Estou Aqui (Concorso), voto 7.5. La storia vera del desaparecido Rubens Paiva, fatto sparire dalla dittatura brasiliana negli anni Settanta, vista dal punto di vista di sua moglie, che fa di tutto per scoprire cosa gli sia successo. La forza nel film sta nei minuti iniziali, in cui il regista tratteggia uno splendido ritratto di famiglia, che ci fa affezionare ai protagonisti e rende ancora più straziante il momento del rapimento, e il vuoto, l'incertezza dilaniante che ne conseguono. Un po' sfilacciato sul finale, ma offre comunque un ottimo ritratto dell'epoca.

Pier

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