Come ogni anno, Film Ora è a Venezia, e vi accompagnerà per tutta la Mostra del Cinema con i suoi telegrammi, recensioni brevi dei film visti nelle varie sezioni. Una Mostra con tantissimi titoli interessanti, che promette belle sorprese e anche qualche inevitabile delusione.
Ecco i film visti nel primo giorno e mezzo di Mostra:
Comandante (Concorso), voto 5.5. La storia vera di Salvatore Todaro, raccontata con un comparto visivo e attoriale di buon livello ma con una sceneggiatura da film TV Rai, troppo retorica e didascalica nonostante qualche guizzo ben riuscito. Belle le scene nel sommergibile, ma non basta a salvare il film.
Gli Oceani Sono i Veri Continenti (Giornate degli Autori), voto 8.5. Un film italiano fresco e poetico, esordio al lungometraggio di Tommaso Santambrogio, che racconta la vita a Cuba e l'eterno struggersi tra il desiderio di partire e quello di non perdere le proprie radici. Un film che parla di nostalgia, di abbandono, di un sogno cubano che non c'è più, delle sirene di un sogno americano che attrae e respinge, ma soprattutto parla di amore: amore fraterno, amori in crescendo, amori perduti, amore per un'isola decadente ma irrimediabilmente romantica, tutto fotografato in un bianco e nero struggente, pittorico.
El Conde (Concorso), voto 8. Larrain racconta Pinochet attraverso un film ibrido, cangiante e multiforme, che mischia ingredienti apparentemente incompatibili come Nosferatu (e più in generale l'espressionismo tedesco, fin dalla scelta del bianco e nero), Wes Anderson, What We Do in the Shadows e la satira politica alla Armando Iannucci: un film che parla di fascismi e di ritorno degli stessi, con un Pinochet vampiro raccontato da una voce narrante la rivelazione della cui identità non mancherà di divertire lo spettatore. Il film si sfilaccia un po' troppo nel finale, ma regala grandissimi momenti di satira e visivi.
A Cielo Abierto (Orizzonti), voto 6. I figli di Guillermo Arriaga portano sul grande schermo una vecchia sceneggiatura del padre, interessante mix tra road e revenge movie, in cui tre ragazzi viaggiano per il Messico per vendicare un vecchio torto, finendo per scoprire se stessi. Nulla di eccessivamente originale, ma la trama funziona, i tre protagonisti sono bravissimi ed empatici, e la visione intrattiene.
Dogman (Concorso), voto 7. Un ragazzo cresciuto in una gabbia per cani per scelta del padre violento ritrova se stesso grazie al rapporto con gli animali, scoprendo un'anima da performer e da paladino dei deboli. Partendo da una storia di cronaca, Luc Besson immagina la nascita di un individuo straordinario ma solitario (che ricorda a tratti il suo Lèon), segnato dalla vita ma deciso a viverla secondo i suoi termini. Quella che in superfice sembra un thriller che racconta la origin story di un villain di Batman diventa quindi una riflessione sulla diversità e la solitudine, sull'elaborazione del trauma, sul sadismo e sulla sofferenza subiti che, per una volta, non chiama altra sofferenza e altro sadismo, ma un tentativo di redenzione che passa dalla comunione con la natura e con gli animali. Non si raggiungono le vette di Joker, ma il film funziona e intrattiene. Ottima prova di Caleb Landry Jones nel ruolo del protagonista.
Ferrari (Concorso), voto 7.5. Un film che racconta il Ferrari pubblico e quello privato in un momento chiave della sua vita, e il rapporto ineludibile tra le due sfere. Ferrari è un film di emozioni e ambizioni, sia realizzate che frustrate; è uno spaccato biografico di un uomo di contraddizioni, che sognava la normalità ma al tempo stesso desiderava l'immortalità, il brivido, il superare i propri limiti. Qui la recensione completa scritta per Nonsolocinema.
Pier
Buongiorno, gironzolando per il web ho scoperto il tuo bellissimo blog e l'ho messo subito tra i preferiti. Complimenti per la qualità e la competenza delle recensioni. Io sono un bancario che si diletta a scrivere di cinema e imparo da tutti. Ho visto che anche tu frequenti Venezia: io lo faccio da vent'anni... magari il prossimo settembre ci salutiamo di persona al Lido. Un caro saluto.
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