sabato 10 dicembre 2022

The Menu

Mangiare il capitalismo


Tyler, ricco amante del buon cibo, invita Margot ad accompagnarlo a Hawthorn, un ristorante stellato su un'isola privata che muore dalla voglia di provare. Lo chef, Slowik, lo gestisce con piglio autoritario, mettendo in tavola un menu misterioso che varia a ogni pasto e vive tanto del cibo quanto delle storie che racconta. Margot è meno entusiasta di Tyler, ma inizialmente si adegua alle stranezze. Tuttavia, portata dopo portata, il clima diviene sempre più surreale, e Margot si rende conto che quel luogo non è forse così paradisiaco. 

Sembra strano usare l'aggettivo "marxista" per definire un film nel 2022: eppure è difficile pensare a una definizione più appropriata per The Menu, film che sfugge a una facile classificazione di genere ma che ha la sua cifra distintiva in un violento spirito anticapitalista. Il film è infatti una satira violenta della mercificazione di ogni cosa imposta dall'ideale neoliberista ormai dominante. L'alta cucina, uno dei settori simbolo dell'iniquità economica della nostra società, diviene quindi la metafora di un intero sistema: e il regista Mark Mylod, alla prima prova di livello dopo una carriera piuttosto anonima sul grande schermo (ma di maggior successo in TV, dove ha diretto, tra gli altri, svariati episodi di Succession), si diverte a vivisezionarlo, facendolo letteralmente a pezzi. 

La sua furia non risparmia nessuno: gli ultraricchi, certo, quell'1% della popolazione che ignora o, più spesso, decide di ignorare il proprio privilegio e dà per scontato che gli altri siano al proprio servizio; ma anche coloro che, da membri delle classi lavoratrici (il proletariato, per continuare l'uso di termini marxisti), scelgono di prostituire il loro lavoro al servizio dei peggiori appetiti - è proprio il caso di dirlo - del capitale. Mylod ha un messaggio chiaro in testa, e non si fa scrupolo di utilizzare la grammatica di diversi generi per farlo arrivare a destinazione. Qui sta l'originalità di The Menu, il suo tratto più distintivo: nella capacità di muoversi senza soluzione di continuità tra satira sociale, thriller, dramma, e persino horror, alternando risate e riflessioni con momenti di panico e tensione. 

Questi ingredienti sono mescolati in modo apparentemente casuale e non sempre si amalgamano alla perfezione, risultando in un ritmo diseguale nelle varie parti del film. Quando lo fanno, però, il risultato è un'esplosione di sapori, un oggetto cinematografico non identificato che scombussola, sballotta e intrattiene senza rinunciare ad avere un messaggio. Alcune soluzioni sono artificiose, è vero, e a volte il copione sembra urlarci ciò che ha da dire anziché trasmetterlo con sottigliezza. Sono però dettagli veniali in un meccanismo ad altissimo rischio di implosione e che invece funziona come un orologio svizzero, trascinando lo spettatore in una cena degli orrori dove i piatti sono gironi danteschi, con tanto di pena del contrappasso per gli avventori, che da carnefici si trovano a essere, per una volta, vittime.

Ralph Fiennes è strepitoso nei panni dello chef che, divorato dai sensi di colpa, si fa capo della rivoluzione, e Chau Hong e Nicholas Hoult offrono ottime prove come l'assistente "fedele alla linea" e il cliente apparentemente più "presentabile" - apparentemente, appunto. Il vero motore e cuore del film è però Anya Taylor-Joy, il cui sarcasmo e scetticismo per le inutili sofisticherie del ristorante si trasformano gradualmente in una furia contagiosa, capace di farsi strada nel cuore della storia e dello spettatore, facendolo esultare nella piccola, grande catarsi del finale.

The Menu è un film che, in altri tempi, si sarebbe definito programmatico, e che oggi ci limiteremo a definire puntuale, un ritratto degli aspetti orribili della società contemporanea che ci costringe a renderci conto che ciò che vediamo non è un riflesso distorto, ma l'amara realtà. Vero, fa un po' troppa confusione nella preparazione, e la cucina non è proprio pulitissima: ma il risultato è comunque un piatto sofisticato, complesso ma gustosissimo, che soddisfa palato e stomaco.

****

Pier

Nessun commento:

Posta un commento