venerdì 28 settembre 2018

Gli Incredibili 2

L'altro lato della famiglia



Era il lontano 2004 quando Gli Incredibili uscì al cinema, rivoluzionando del tutto sia il cinema d'animazione, sia quello di supereroi. Con quel film la Pixar completava la sua maturazione artistica e narrativa, dimostrando sia che la computer grafica poteva realizzare sequenze d'azione degne di quelle dei film live action, sia che il cinema di animazione poteva raccontare storie in cui compaiono tematiche adulte come crisi di mezza età e conflitti coniugali senza per questo rinunciare alle sue capacità di intrattenimento.

Il sequel de Gli Incredibili era stato invocato per anni, e sembrava una scelta logica in virtù del successo artistico e commerciale del primo film e della natura "episodica" del genere supereroistico, che ben si sposa con le necessità della serializzazione. Quando avevamo ormai perso le speranze, Bird decide di realizzare il sequel, sollevando dubbi e immense aspettative: sarebbe stato all'altezza di un originale che ha ormai raggiunto lo status di cult? La risposta è nel complesso più che positiva, soprattutto grazie al coraggio di Bird nello sfidare le aspettative dello spettatore.

Laddove tutti si aspettavano un salto temporale in avanti e l'eliminazione del bando contro i supereroi, Bird decide di ripartire dallo stesso punto in cui aveva abbandonato, riportando i personaggi, e noi con loro, alla cruda realtà: la popolazione ancora non si fida, e il loro ritorno alla vecchia vita è tutt'altro che scontato. Bird muove da questa premessa per parlare di un tema quantomai attuale (ma è mai stato inattuale?) come quello del potere dei media e della comunicazione nel formare le opinioni. La gente non vuole i supereroi? Serve una campagna di marketing, generosamente finanziata da un mecenate.

E qui Bird cala il suo secondo asso, facendo del volto di questa campagna non Mr Incredible, come sarebbe lecito aspettarsi, ma la più rassicurante Elastigirl, che diviene così la vera protagonista. Se il primo film si concentrava sui personaggi maschili (Mr. Incredible e Flash), infatti, il secondo dedica molto più spazio a quelli femminili, giocando sul ribaltamento dei ruoli di genere e sulle loro implicazioni a livello famigliare e sociale. Mr Incredible si trova a dover aiutare Flash con i compiti, gestire le disavventure sentimental adolescenziali di Violetta, e soprattutto i poteri incotnrollabili del piccolo Jack Jack.

Questo ribaltamento dei ruoli, tuttavia, non viene usato solo con finalità comiche: le disavventure di Mr Incredible come casalingo sono ovviamente esilaranti, ma allo stesso tempo ci fanno riflettere su quanto gli stereotipi di genere siano ancora centrali nel nostro modo di pensare, anche nelle menti di coloro che si ritengono più progressisti. Questa tematica è centrale anche per il personaggio di Violetta, costretta a nascondere la propria natura "super" al ragazzo che le piace per evitare di spaventarlo. Laddove Flash vuole sfoggiare i propri super poteri, Violetta li cela per paura che possano allontanare la persona che vorrebbe accanto a sè: una metafora sottile ma efficace di ciò che ancora succede nella società, dove le donne devono celare il proprio potere per non essere percepite come una minaccia dagli uomini che le circondano.
Gli Incredibili 2 è dunque un film al femminile e femminista (con buona pace di chi accusa la Pixar del contrario), ma presenta le sue idee in modo semplice ma efficace, evitando quegli eccessi di pedanteria e fanatismo che spesso caratterizzano i progetti con una forte impronta ideologica.

Bird riesce nell'impresa di arricchire ulteriormente tutti i personaggi presenti nel film precedente, arricchendoli di sfaccettature e rendendoli ancora più umani e più veri. A beneficiare più di tutti di questo trattamento sono Edna Mode, sempre esilarante, ma soprattutto Jack Jack, la vera star comica di questo secondo capitolo, e il motivo per cui a livello di divertimento il sequel riesce a superare l'originale. Ancora una volta, tuttavia, quello che in superficie sembra solo un artificio per strappare una risata si rivela essere un simbolo per qualcosa di più profondo: l'eterogeneità e l'incontrollabilità dei poteri del più giovane della famiglia sono la perfetta metafora dell'infanzia, in cui il bambino è un concentrato di infinito potenziale ed energia. Le difficoltà nel gestire il superbambino sono quindi solo una versione esasperata delle complessità della genitorialità, un altro tema che era rimasto sullo sfondo nel primo capitolo, ma che viene espresso nel potenziale nel sequel.


A livello tecnico il film lascia più volte a bocca aperta, sia per la fluidità delle scene d'azione che per la varietà visiva e di effetti utilizzata. Spesso tendiamo a sottovalutare quanto la Pixar alzi l'asticella della tecnologia e dell'animazione in ogni singolo film, anche in quelli meno riusciti, e Gli Incredibili 2 rappresenta un eccellenza in questo senso.

Il film delude solo per quanto riguarda i nuovi personaggi: a differenza di quanto accaduto in altri sequel Pixar (si pensi a Toy Story 2 con Jessie, o ad Alla ricerca di Dory con il polpo Hank), Bird non riesce a creare nuovi protagonisti che siano ben caratterizzati quanto quelli già esistenti. I nuovi supereroi sono piatti e senza personalità,  Evelyn e Winston Deavor (i due mecenati che aiutano Elastigirl e famiglia) poco approfonditi, anche se Winston in originale può beneficiare dell'irresistibile performance vocale di Bob Odenkirk (il Saul Goodman di Breaking Bad e della serie omonima).

Gli Incredibili 2 è nel complesso un sequel eccellente, che riesce a mantenere il mix tra riflessione e divertimento che caratterizzava il primo film, esplorando nuove tematiche e approfondendo quelle che erano state affrontate solo superficialmente nel primo film, regalandoci un altro meraviglioso viaggio all'interno della famiglia più incredibile che ci sia.

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Pier

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