venerdì 7 settembre 2018

Telegrammi da Venezia 2018 - #4

Ultimo telegramma da Venezia, in attesa dei pronostici di domani.


22 July (Concorso), voto 4. Il film parte bene, ma diventa lentamente uno sceneggiato televisivo da pomeriggio estivo su Rete 4. Qui la recensione estesa fatta per Nonsolocinema.

The Nightingale (Concorso), voto 7. Jennifer Kent, dopo l'ottimo esordio di Babadook, realizza un revenge movie atipico, in cui la vendetta della protagonista, galeotta irlandese deportata in Australia nel XIX secolo, si intreccia con la storia degli aborigeni, privati delle loro terre e schiavizzati dagli inglesi. Il film alterna toni e suggestioni molto diverse tra loro, dalla commedia all'horror, e racconta una storia potente ed evocativa, grazie anche all'uso frequente di canti rituali sia irlandesi che aborigeni. Il film si perde però sul finale, dove la commistione di generi diviene una debolezza che fa perdere coerenza e forza al messaggio del film. Rimane comunque un'interessantissima opera seconda, che consacra la Kent come nuova voce nel panorama cinematografico mondiale.

Ying - Shadow (Fuori Concorso), voto 8. Zhang Yimou torna al genere di cappa e spada, ma lo fa con uno sguardo completamente diverso da quello adottato in passato. Niente colori ipersaturati come in Hero, niente combattimenti contro la fisica come ne La foresta dei pugnali volanti. l film è giocato tutto sui toni di bianco e nero, lo ying e lo yang, e i grigi dominano la splendida scenografia e gli sfarzosi costumi. I combattimenti sono coreografati in modo essenziale, e si svolgono nel fango, sotto una pioggia torrenziale; il vero eroe non è il protagonista, ma i suoi seguaci, che si esibiscono in una meravigliosa sequenza degna del cinema d'azione giapponese in cui scivolano per le strade di una città come tante trottole all'interno di improbabili ma spettacolari ombrelli ninja. Il film è riuscitissimo, non annoia mai, e riesce anche a introdurre un'interessante riflessione sul doppio e sul potere.

Capri - Revolution (Concorso), voto 6. Il voto alle intenzioni sarebbe decisamente più alto. L'idea di Martone era quella di raccontare il fermento culturale e intellettuale che precedette la Prima Guerra Mondiale attraverso la storia dell'incontro-scontro tra la cultura rurale di Capri (incarnata da una capraia), la scienza moderna (incarnata dal medico del paese) e le avanguardie culturali e filosofiche (incarnate dai membri della comune che prende residenza sull'isola). L'obiettivo viene però raggiunto solo in parte a causa di dialoghi inutilmente lunghi e stucchevoli e di alcune interpretazioni non proprio eccelse, nonché di una certa mancanza di coesione narrativa. Lo sforzo resta apprezzabile, in quanto segna un deciso tentativo di allontanarsi dalle strade battute in precedenza dallo stesso regista e dal cinema italiano in generale, e di avventurarsi per sentieri nuovi e mai percorsi in precedenza. Un risveglio spirituale-cinematografico, particolarmente importante perché viene da uno dei registi più più acclamati ma anche più classici del nostro panorama filmico.

Zan - Killing (Concorso), voto 7. Con questo film Tsukamoto sembra volersi congedare dal genere dei samurai, raccontandone il triste e inevitabile tramonto all'alba dell'arrivo degli Statunitensi, il cui uso di fucili e cannoni rese completamente inutili le arti di combattimento con la spada perfezionate in anni di addestramento. I samurai di Zan non hanno mai ucciso, non hanno più valori, e hanno in generale dimenticato il proprio ruolo: sono ronin, vagabondi senza padrone, una vestigia del passato, destinata a essere spazzata via dalla storia e dalla loro stessa inadeguatezza.

The Ghost of Peter Sellers (Giornate degli Autori), voto 8. Interessantissimo documentario su un film di pirati mai distribuito, Ghost of the Noonday Sun, e di cui Peter Sellers avrebbe dovuto essere il protagonista. La lavorazione del film fu un disastro a causa delle intemperanze di Sellers, e costò quasi la carriera al suo regista, Peter Medak, che ora ha girato questo documentario per scendere a patti con la propria coscienza e con questo capitolo irrisolto del suo passato. A tratti esilarante, a tratti profondamente triste, il film ricostruisce l'atmosfera sul set in modo molto efficace, mostrandoci numerosi spezzoni di quello che avrebbe potuto essere un nuovo capitolo nella carriera del genio comico di Sellers e finì invece per essere un disastro a causa del lato oscuro che quel genio portava con sé.

A domani per i pronostici!

Pier e Simone

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