lunedì 13 agosto 2018

Ant-Man and the Wasp

La grandezza delle piccole cose


Scott Lang è agli arresti domiciliari per aver indossato i panni di Ant-Man negli eventi raccontati in Captain America: Civil War. Una notte Scott sogna Janet, la moglie di Hank Pym rimasta intrappolata decenni prima nel regno quantico, e si rimette in contatto con Hank e la figlia Hope, dando vita a una cascata di eventi che lo constringeranno a reindossare i panni di Ant-Man e a fare i salti mortali per non essere scoperto dalla polizia e dalla sua famiglia. Questa volta, però, non sarà solo: Hope ha deciso di seguire le orme della madre, e di indossare i panni e le ali di The Wasp.

Il primo Ant-Man era stato una delle sorprese più gradite dell'Universo Marvel, forse quella più inaspettata dai tempi del primo Iron Man: storia solida, personaggi credibili e ben costruiti, tempi comici perfetti, ma soprattutto l’intuizione di realizzare un film più “domestico”, in cui il nemico più temibile non è un alieno venuto dallo spazio o un supercattivo quasi invincibile ma la quotidianità e la difficoltà. Ant-Man funzionava perché era un film umano, in cui ci si affezionava al protagonista (grazie anche all’ottima prova di Paul Rudd) e al suo tentativo di redimersi agli occhi della società e della figlia.

Il secondo capitolo segue le tracce del primo, espandendo la storia e aggiungendo nuovi personaggi, ma sempre cercando di mantenere elementi quotidiani come famiglia e lavoro al centro della vicenda. Il risultato è un sequel riuscitissimo che, pur riprendendo i punti di forza del primo capitolo, riesce a rielaborarli in modo originale. Ant-Man and the Wasp è infatti il perfetto esempio di ciò che un buon sequel dovrebbe essere: la trama viene costruita a partire da elementi introdotti nel primo film, e risulta quindi convincente sia in relazione al primo, sia indipendentemente da esso, evitando quel fastidioso senso di posticcio che caratterizza molti sequel, anche all’interno dell’Universo Marvel; i nuovi personaggi introdotti sono adeguatamente approfonditi e possiedono un proprio arco narrativo, che si interseca con quello dei protagonisti in modo convincente; e lo humor non deriva da un riciclo delle situazioni che avevano funzionato nel capitolo precedente, ma nuove idee e da ricontestualizzazioni che fanno funzionare la stessa gag in modo completamente diverso.

Al centro del film c’è sempre la famiglia, con il protagonista diviso tra il suo senso del dovere e la prospettiva di perdere nuovamente la figlia, e la protagonista divisa tra il desiderio di ritrovare la madre e quello di costruirsi una nuova vita. All’interno di questo schema viene inserito con successo lo pseudo-villain, dotato di poteri tanto fenomenali quanto terribili per il suo possessore. Il personaggio di Ghost incarna infatti tematiche niente affatto banali come quella del dolore cronico e della terapia del dolore, ovviamente declinate in salsa supereroistica. L’elemento di forza del film è però senza dubbio la comicità. La sceneggiatura è semplicemente perfetta in tal senso, e fa sapiente uso di diversi tipi di comicità, da quella fisica a quella verbale, passando per scene d'azione adrenaliniche ma giocate in tono minore (è il caso di dirlo), che replicano con maggiore successo la pur riuscitissima scena del treno del primo capitolo.

Evangeline Lily riesce finalmente a emergere in questo capitolo, rivelandosi una spalla efficace che sa però anche farsi capocomico. Rudd è però ancora il protagonista indiscusso, e ci regala una delle scene più esilaranti mai viste in un film Marvel; una scena che rischiava di essere una caduta di tono e stile, e che risulta invece riuscitissima grazie alla straordinaria mimica facciale e corporea del protagonista.

Ant-Man and the Wasp è, insomma, un film riuscitissimo, che coniuga comicità e azione come solo i migliori film del genere sanno fare, alternando diversi toni senza perdere coesione e coerenza narrativa. Assistiamo così a un heist movie che diventa commedia drammatica a sfondo famigliare, per poi farsi parodia del genere supereroistico stesso e trasportarci in un meraviglioso viaggio nel mondo dei quanti. Un film imperdibile per chi ama i film di supereroi, e altamente consigliato anche per chi volesse godersi due ore di puro e semplice divertimento, in cui il vero eroismo è sopravvivere alla vita di tutti i giorni.

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Pier

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