mercoledì 5 settembre 2012

Telegrammi da Venezia 2012 - #3

Continuiamo con i telegrammi veneziani.


L'intervallo (Orizzonti), voto 7.5. Il film racconta la giornata particolare di due ragazzini di Napoli, in cui uno di loro si ritrova carceriere gentile dell'altra, sequestrata dal boss camorrista del quartiere per ragioni oscure. In quelle ore interminabili, all'interno di una villa abbandonata che diventa un mondo a parte e da esplorare, i due si confideranno sogni, segreti e speranze per un futuro migliore, salvo poi tornare bruscamente alla realtà. Il regista Di Costanzo confeziona un piccolo gioiello, coadiuvato da una fotografia ai limiti della perfezione e da due giovani attori che colpiscono per naturalezza e spontaneità.

Pieta (Concorso), voto 9. Il film di Kim Ki-duk colpisce dritto allo stomaco, con un film che alterna magistralmente scene di cieca crudeltà alla dolcezza di un amore materno redimente, salvifico e terribile. Finale da applausi, protagonista strepitosa.

Eat Sleep Die (Settimana della Critica), voto 7.5. Il film racconta le vicissitudini di una svedese di origini serbe che, licenziata dalla fabbrica in cui lavora, si ritrova discriminata a causa del suo nome e della sua religione. Riceverà solidarietà dagli ex colleghi e da altri disoccupati. Il film ricorda alcuni film di Ken Loach, con una classe operaia che non va in Paradiso ma si aiuta vicendevolmente, gettando luce e allegria in vite altrimenti destinate alla desolazione.

O Gebo e a Sombra (Fuori concorso), voto 7. Il nuovo film di de Oliveira,magnifico maestro di 103 anni, parla della vita, della povertà e dell'amore, con un tocco teatrale ma efficace. Pur peccando di eccessiva verbosità, il film arriva dritto al cuore grazie anche alle stupende prove dei protagonisti, tra cui figurano due grandi attrici come Claudia Cardinale e Jeanne Moreau.

Spring Breakers (Concorso), voto 9. Quello che sembra un college movie sulle vacanze a base di sesso, alcool e droga dei collegiali americani si rivela ben presto essere una lucida e spietata analisi del lato più oscuro del sogno americano, quello che promette soldi facili e che difende il conformismo a tutti i costi, da cui ci si può liberare solo durante settimane di puro delirio collettivo in cui, seppur per poco tempo, tutti credono di essere liberi di essere quello che vogliono. Il film di Harmony Korine è profondo, tagliente e allucinato, con una fotografia e un montaggio che ben rappresentano lo stordimento morale ed emotivo di un'America che sembra aver definitivamente perso se stessa. La bella prova di James Franco aggiunge valore a un film con la F maiuscola, fin qui la sorpresa più positiva del festival.

Pier

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