Quando un film non s'ha da fare
Bar Sport, tratto dal libro di Stefano Benni, racconta i personaggi che popolano il Bar Sport di un piccolo paese dell'Emilia a fine anni Settanta. Ciascuno con il suo soprannome, le sue caratteristiche e i suoi piccoli, inconfessabili segreti, i frequentatori del Bar Sport rappresentano lo spaccato di un'Italia provinciale ma vera e solidale, un'Italia che oggi forse non c'è più.
Ci sono libri che non sono fatti per essere trasformati in film. Non perchè siano di scarsa qualità, ma perchè la loro struttura e lo stile di scrittura dell'autore rendono pressochè impossibile la realizzazione di un adattamento che trasmetta le stesse sensazioni ed emozioni trasmesse dalla lettura. La versione di Barney era uno di questi libri, e infatti l'adattamento cinematografico, pur pregevole, si discostava scientemente dal tono e dallo stile del libro, scegliendo un taglio totalmente diverso dopo aver riconosciuto l'impossibilità di tradurre fedelmente l'originale in immagini.
Bar Sport è uno di quei libri: come tutti i libri a episodi manca di un filo narrativo, di una trama lineare che colleghi i personaggi, le vicende, le situazioni. Nel libro sono la meravigliosa scrittura di Benni e la vividezza dei ritratti, oltre all'ambientazione sempre costante, a rendere le varie storie un unicum narrativo, in grado di trasmettere un messaggio unitario nonostante la mancanza di una vera e propria storia.
Tutto questo è impossibile da tradurre fedelmente in un film, e così il film di Massimo Martelli finisce fatalmente per perdere quasi tutto ciò che rendeva piacevole e originale il romanzo e mantenere solo la mancanza di linearità e di evoluzione della trama, un difetto imperdonabile per un'opera cinematografica. Di buono rimangono solo i personaggi, ben delineati e interpretati da un cast eccellente, scelto con cura e attenzione, con Battiston e Bisio protagonisti azzeccati e una serie di ottimi caratteristi nelle parti secondarie (geniale Teocoli nel ruolo playboy fanfarone).
Mancano però l'ironia, le atmosfere e quella vena di assurdo che erano il punto forte del romanzo, e che qui rimangono solo in alcune, sporadiche scene. La colpa di Martelli è quella di non trovare un impianto narrativo adeguato a tradurre in immagini l'opera di Benni, e di limitarsi a replicare la struttura del romanzo, senza però riuscire a ricostruirne l'efficiente meccanismo. Il risultato è una serie di gag in stile Fantozzi, che però rimangono a metà tra l'assurdo di Benni e il grottesco del personaggio di Villaggio, senza riuscire a trovare un'identità precisa.
Bar Sport è dunque un film deludente, sia per chi ha amato il romanzo, sia, e forse persino di più, per chi non lo ha mai letto. Ogni tanto si ride, ma rimane la sensazione che con un pizzico di inventiva in più, forse, si sarebbe potuto fare di meglio.
*1/2
Pier
Forse ho letto il libro, forse no. Ma di assurdo ce n'era, eccome, quasi a livelli fantozziani. E gli inserti animati, dove vogliamo metterli? Certamente le mie parole sono riduttive, ma se Benni ha autorizzato la riduzione, vuol dire che c'è qualcosa di buono.
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