venerdì 24 giugno 2011

The Conspirator

Diritto contro necessità



Nel 1865, in piena guerra civile americana, Abraham Lincoln viene assassinato. I diretti responsabili vengono subito catturati e uccisi, ad eccezione di John Surratt. I complici sopravvissuti vengono rimessi al giudizio di un tribunale militare, fatto di fedelissimi del ministro della guerra, che preme per una condanna rapida e certa. Tra i processati figura anche Mary Surratt, madre di John, accusata di aver congiurato contro il presidente solo per il fatto di essere la proprietaria della pensione dove gli attentatori erano soliti riunirsi. A difenderla, dopo qualche esitazione iniziale, penserà Frederick Aicken, ufficiale dell'esercito nordista e avvocato, che dovrà lottare contro il muro di bugie costruito per far sì che la sua assistita sia condannata.

Robert Redford realizza quello che gli americani chiamano court movie, un dramma da aula di tribunale, e lo fa richiamandosi espressamente ai grandi classici del genere, su tutti La parola ai giurati, il capolavoro di Sidney Lumet. La scelta di affrontare un fatto di cronaca degli albori della storia statunitense non è casuale: la storia di Mary Surratt e degli altri complici, giudicati da un tribunale militare senza avere alcuna possibilità di difesa, ricorda da vicino quella degli attentatori terroristici. Questa storia, così come la contemporaneità, mette a confronto due diverse visioni del diritto in tempo di guerra, due visioni che si scontrano ancora oggi.

Da una parte il ministro della guerra sostiene che la giustizia per i nemici deve essere rapida, spesso anche a costo di calpestare i diritti su cui si fonda una nazione, allo scopo di proteggere e rassicurare la nazione stessa.
Dall'altra Frederick Aicken sostiene il diritto a un giusto processo per qualunque cittadino, indipendentemente dal crimine di cui questo si sia macchiato.

Il film di Redford è teso e pervaso da un forte spirito etico, anche se non perde mai di vista la linearità e l'efficacia della trama. L'ambientazione d'epoca è di buon livello, grazie sia ai costumi che all'ottima fotografia.
Il vero valore aggiunto del film sono però i personaggi, a partire dal protagonista James McAvoy, che assume su di sè il carico di coscienza collettiva di una nazione, di uomo dubbioso e proprio per questo deciso a far sì che la verità possa venire a galla e non essere sepolta sotto le menzogne. La sua tensione e la dignità morale che conferisce al personaggio gli valgono un posto tra i grandi interpreti del genere. Attorno a lui un cast eccezionale, con Kevin Kline nella parte del suo oppositore e Tom Wilkinson in quella del suo mentore. Una menzione a parte la meritano i due membri femminili della famiglia Surratt, Robin Wright e Evan Rachel Wood, misurate ma intense, perfette per i loro ruoli.

The Conspirator è un film che risveglia le coscienze, imponendoci una profonda riflessione sulla gestione che i vincitori fanno dei processi contro i vinti, e sul diritto in generale. Il ministro della guerra sostiene che sarebbe pronto a calpestare qualunque diritto, pur di salvare la propria nazione. Ma senza diritto, quale nazione resterebbe da salvare?

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Pier

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