sabato 25 giugno 2011

Le donne del 6° piano

Un sesto piano di sorprese


Dopo 25 anni di servizio, la vecchia domestica della famiglia Joubert decide di lasciare casa. Sono gli anni '50, e a Parigi nasce una strana moda tra la borghesia locale: assumere domestiche spagnole, spesso in fuga dal loro paese a causa della guerra civile. Anche i Joubert si convincono ad assumerne una, Maria, che entra subito nelle loro grazie per la pulizia e la precisione nei dettagli. Il più frastornato è il capo famiglia che presto scopre la vita povera ma gioiosa del 6° piano, l'attico dove ai tempi le domestiche vivevano ad un passo dalle case padronali. La vita è diversa lì, il grigio della quotidianità si trasforma in un arcobaleno di sentimenti, di passioni e storie di vita vera e vissuta che sconvolgono Joubert e lo convincono a mollare tutto per seguire le sue vere passioni, fino in campo al mondo.

Il film diPhilippe Le Guay è stato presentato fuori concorso a Berlino. Conosco poco il regista, di cui ricordo solo Il costo della vita, ma devo dire che Le donne del 6° piano è una commedia piacevole e popolare, mai volgare e senza retorica. Ho letto molte critiche del film e credo che spesso si sia voluto dare una dimensione e uno spessore al film francamente esagerato. Tematiche quali l'immigrazione, le divisioni sociali, le distanze e le relazioni difficili del tempo sono tutte trattate dal film di Le Guay ma credo che la vera bellezza di questa commedia stia proprio nella semplicità della sua trama: una cenerentola moderna dai tratti comici, e una bontà dei personaggi che rende a mio avviso fuori luogo ogni lettura in chiave sociale.

Philippe Le Guay sceglie un cast perfetto, a partire dal protagonista Fabrice Luchini dallo sguardo perso nella gioiosità delle donne del 6° piano, Sandrine Kimberlain, moglie dalle ambizioni improbabile, spoglia dentro ma vestita con strani cappotti ed abiti, per terminare con tutte le spagnole, da Carmen Maura a Lola Duenas.

Le donne del 6° piano è una commedia piacevole e intelligente, dai sentimenti non banalizzati da retoriche sociali e con il solo gusto di regalare allo spettatore due ore di piacere e divertimento.

Alessandro

***

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